(M.Cecchini) Guai a distrarsi: c’è un Frecciarossa che corre sulla fascia e la Roma, orfana di Totti – ieri ospite del Monaco di Ranieri, dove ha scambiato un paio di battute con Falcao («Vieni a trovarci a Trigoria») -, prova a salirvi per rimanere agganciata al treno scudetto. L’Atalanta è avvisata: Maicon ha acceso il motore. «Ora sto bene – dice il brasiliano alla tv del club – spero di fare una grande partita. Dopo 10 vittorie di fila accusare un pò di stanchezza era normale. La maggior parte dei titolari, poi, gioca anche in Nazionale e il campionato italiano è duro, però adesso è il momento di dimostrare la nostra forza. Non possiamo lasciare altri punti».
PASSATO E FUTURO Mentre parla arrivano saluti che scaldano il cuore. Il primo è di Julio Cesar («Hai nostalgia di giocare con me? Nel 2014 abbiamo un sogno mondiale da realizzare insieme»), il secondo di Javier Zanetti («Grazie per ciò che hai fatto per noi. Ti auguro una grande avventura a Roma»). Maicon gongola e, dopo aver celebrato il passato, guarda avanti. «Quando mi ha chiamato la Roma non ho avuto dubbi, mi ha dato l’opportunità di rinascere, era un momento difficile. Sono venuto qui per giocare e dimostrare di essere ancora al mio livello. Non stavo bene nel Manchester City, ma non per colpa loro. Se faccio bene a Roma sarò convocato in Nazionale e andrò al Mondiale».
EUROPA Maicon è così sicuro che rivela: «All’inizio c’era delusione per lo scorso anno, ma volevamo dimostrare che non avrebbe buttato giù la Roma. E lo abbiamo fatto nelle prime 10 partite. Juve e Napoli hanno giocatori che fanno la differenza con una giocata, ma noi abbiamo l’obiettivo di tornare in Europa, non possiamo stare fuori dalle competizioni importanti. Puntiamo a portare la Roma al suo posto. Garcia, poi, è un lavoratore instancabile, vuole la precisione, una qualità che hanno solo gli allenatori vincenti. Deve gestire 27-28 giocatori, ed è bravo a farlo. L’Atalanta? Bergamo è un campo difficile, ma abbiamo preparato bene la partita. Con tutto il rispetto, non possiamo non fare punti». Il Frecciarossa è ripartito. In attesa del prossimo arrivo di Pallotta e, chissà, anche del possibile dragone cinese, chiamato Chen Feng, la Juve farà meglio a spostarsi dai binari.