(M.Galdi) – «Conte ribadì che lui ci teneva ad arrivare primo, ma che, qualora la squadra si fosse ritenuta impegnata dall’accordo con l’AlbinoLeffe, ci avrebbe lasciato fare». Ferdinando Coppola, ex portiere del Siena, aveva difeso il suo ex allenatore Antonio Conte strenuamente durante il procedimento sportivo. Una difesa che il tecnico aveva apprezzato e che gli aveva consentito di dire: «Sono stato condannato ingiustamente con la teoria che “non poteva non sapere”, ma non è vero». Ma davanti al Procuratore di Cremona, Roberto di Martino, Coppola non ha potuto avere amnesie e ha dovuto confermare che Conte sapeva e che aveva lasciato campo libero all’accordo fatto tra i calciatori del Siena e quelli dell’AlbinoLeffe, come aveva riferito Carobbio. Un accordo di cui si è «confessato» colpevole il vice di Conte sulla panchina del Siena, Cristian Stellini.
Il verbale di luglio Ferdinando Coppola viene sentito da di Martino il 3 luglio. «Non so se Conte fosse a conoscenza preventivamente di questo accordo assunto in occasione della partita di andata ha detto il calciatore . Posso solo dire che quando l’argomento fu introdotto ci lasciò sostanzialmente decidere come meglio credevamo, ciascuno per conto suo. In sostanza lui si chiamò fuori. Conte ribadì che lui ci teneva ad arrivare primo, ma che, qualora la squadra si fosse ritenuta impegnata dall’accordo con l’AlbinoLeffe, ci avrebbe lasciato fare». Ma a verbale, Coppola racconta anche un episodio che riguarda la partita SienaVarese dello stesso campionato e torna a raccontare di una presunta pressione che avrebbe subìto da un dirigente della società. Lo aveva già raccontato alla Procura federale, ma al pm lo ha confermato. «Attorno al mercoledì antecedente rispetto alla partita SienaVarese l’allenatore dei portieri Marco Savorani mi disse che mi stava cercando Sganga. In quel momento non sapevo neanche chi fosse e solo in seguito ho appreso che poteva trattarsi dell’amministratore delegato del Siena. L’incontro è avvenuto nel parcheggio delle auto contiguo al campo di allenamento. Si tratta di una persona che forse non avevo neanche visto prima. Lo Sganga esordì chiedendomi quali erano le intenzioni della squadra per la domenica successiva. In un primo tempo io ho ipotizzato che questa domanda fosse una specie di trappola per verificare se la partita con l’Ascoli, persa dal Siena per 3 a 2, si fosse svolta regolarmente. Pertanto reagì infastidito. Andando avanti nel discorso lo Sganga mi disse che il Presidente (Mezzaroma, ndr) aveva dei contatti con il mondo politico di Varese e che queste persone che conosceva volevano vedere vincere il Varese per poter chiudere in bellezza il campionato. Mi chiese pertanto di verificare l’eventuale disponibilità dei miei compagni di squadra nello spogliatoio».
L’intervento del Tnas Claudio Terzi, il 7 febbraio, ha visto ridurre la sua squalifica da 3 anni e sei mesi a sette mesi. Per lui l’illecito sportivo si è trasformato in «slealtà». Ma sempre dal verbale di interrogatorio di Coppola le cose sembrano fossero state inquadrate «meglio» dalla giustizia sportiva «endofederale» (Disciplinare e Corte di giustizia federale). Infatti, Coppola dice al magistrato (raccontando della riunione della squadra): «A questo punto è accaduto che Carobbio e Terzi (non ricordo più esattamente che parole hanno usato) rappresentarono che, qualora ci fossimo impegnati con l’AlbinoLeffe nella partita in programma il 2952011, ci avremmo rimesso la faccia in quanto vi era un accordo con i predetti nel senso che gli avremmo fatti vincere qualora a noi non fosse stato necessario un risultato diverso. Stellini confermò la cosa e cioè che c’era stato questo accordo con l’AlbinoLeffe. Io non sapevo niente della cosa come già riferito. Non sono in grado di precisare quali altre persone fossero al corrente di questa situazione ». E nell’ordinanza del Gip Salvini si apprende anche che Terzi aveva avuto uno scambio di sms con Francesco Bazzani, il Civ, «a dimostrazione della bilateralità dell’accordo », dice il Gip.