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GAZZETTA.IT Nainggolan: “Mio padre ci lasciò nei guai”. Salvato dalla madre e dal calcio

Nainggolan

(F. Villuzzi) – Due anni sui giornali. Col cartello “vendesi”. A 15-20 milioni. Da sogno del Cska, a tentazione dello Zenit, da idea fissa della Juve, a desiderio del Milan con Inter e Roma alla finestra. Piace a Mancini e Spalletti, ad Allegri e Conte, a Mazzarri e Garcia.

Ma chi è Radja (in lingua indiana re, monarca) Nainggolan? Perché ha tanti estimatori? Ce lo spiega Pierpaolo Bisoli, allenatore del Cesena, uomo della svolta per il centrocampista belga che nell’estate nel 2010, ingaggiato da Massimo Cellino alla guida del Cagliari, trova Radja, fuori rosa:«Mi bastarono pochi allenamenti per capire che era fortissimo. Andai dal presidente e gli chiesi di non venderlo. Mi accontentò. Nainggolan lo vogliono in tanti perché è completo, fa le due fasi con estrema naturalezza, ha un buon tiro, un lancio lungo incredibile, soprattutto ha una forza di gambe nei primi tre metri pazzesca, non sbaglia tanti passaggi, recupera una quantità incredibile di palloni. Credo che davanti alla difesa dia il meglio, ma anche da mezzala sinistra gioca bene. Un difetto? Forse il colpo di testa».Bisoli ha resistito poco, Nainggolan è ancora a Cagliari, sempre in odore di cessione.

Il suo angelo custode si chiama Alessandro Beltrami, svizzero di Lugano. Radja gli dice che gli ha salvato la vita. Non un procuratore, un fratello. Beltrami è padrino di Aisha, la bambina di 2 anni che il calciatore ha avuto da Claudia, sarda di Serramanna (non è la prima paternità, in Belgio Nainggolan è già padre), sposata nel 2011. Beltrami lo vide in un riscaldamento, in Belgio nel Beerschot. Da lì non l’ha più mollato. E ne ha seguito i progressi costanti, cominciati con Ficcadenti, proseguiti soprattutto con Pioli, poi con Bisoli. Con Allegri, che ora lo reclama a Milanello, inizialmente non furono rose e fiori. Radja non è un tipo facile:“Sono cresciuto solo con mia madre, mio padre (indonesiano ndr) se n’è andato presto, ci aveva lasciati in una situazione precaria. per me non è stato facile”.

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