(S. Carina) – Parla poco ma quando decide di farlo non è mai banale. De Rossi si racconta ai microfoni di Roma Channel in modo schietto, sincero, facendo trapelare le proprie emozioni. Che poi, sono quelle di un ragazzo che appena 4 mesi fa non si sentiva «più quello che ero sempre stato per i tifosi, per la gente e i compagni. Facemmo un’amichevole a Terni e mi trovai in difficoltà prima della gara. Non sapevo perché andavo a giocare, pensavo che quello che era successo il 26 maggio, fosse impossibile da cancellare. Le cose, invece, si riconquistano e quel gol a Livorno fu importante per il nostro avvio e una spinta anche per me, nonostante quel giorno già avessi deciso il mio futuro». E’ solo l’inizio. Mentre parla dà l’idea del tennista che giocando ritrova i colpi vincenti che per troppo tempo gli erano mancati: «Anche se– sottolinea – a Roma se sbagli una stagione, all’improvviso diventano cinque. Non ho mai creduto all’Europa League. Una squadra come la Roma deve andare in Champions. Ora voglio riprendere la prima, non mi interessa chi sta dietro».
RUDI, IL MIGLIORE
Sibillino sugli arbitri – «Qualcosa ci manca, altri sono stati un po’ più fortunati di noi ma aspettiamo che alla fine dell’anno tutto venga pareggiato…non è così?» – elogia Garcia: «Di meglio non si poteva scegliere. Anche pensando a fenomeni come Capello, lui è stato l’allenatore perfetto per riprendersi dal momento più basso della nostra storia. I numeri li hanno avvicinati anche se per età sono diversi. Capello era più rigido, lui è più vicino ai giocatori: è forse il migliore nella gestione del gruppo».