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IL MESSAGGERO La Roma non vince più

Strootman

(U. Trani) – Ancora pari. Anche a Bergamo, dopo quelli contro il Torino, il Sassuolo e il Cagliari. E’ il quarto di fila per la Roma che, un po’ stanca e senza ricambi, sta frenando dopo la favolosa striscia dei dieci successi. Per prendere il punto contro l’Atalanta deve però aspettare fino all’ultimo minuto: Strootman fa centro quando sta per iniziare il recupero e cancella in parte l’errore di De Sanctis. Garcia sbaglia la formazione di partenza, tenendo fuori sia Pjanic che Ljajic, entrambi decisivi quando entrano. Affidandosi alle riserve il francese sembra quasi inviare un messaggio alla società: a gennaio servono rinforzi. Sull’1 a 1 incide anche lo sgarbo dell’arbitro Damato: negato un rigore solare, braccio di Canini. Ne approfitta la Juve, che batte l’Udinese e vola a +3.

DIGA A CENTROCAMPO

Garcia non tiene conto di quanto accaduto nelle cinque partite che hanno preceduto questa a Bergamo, solo 4 reti, e sceglie l’assetto più prudente della sua gestione: il 4-3-3 in fase difensiva, somiglia al più classico 4-5-1. L’unica punta è Gervinho, schierato da centravanti nel tridente composto anche da Florenzi e Marquinho che si abbassano subito sotto la linea della palla. Ljajic parte in panchina, come Pjanic. Assenti Totti e Borriello, con Destro non ancora al cento per cento, la Roma è di fatto senza punte di ruolo, a parte la freccia ivoriana. Così è dura entrare in area. Per un tempo nessun giallorosso è capace di sfondare la linea a quattro di Colantuono, tra l’altro in piena emergenza. Consigli fa appena una parata sul sinistro di Marquinho dalla distanza.

TROPPO RINUNCIATARIA

La scelta di Garcia non paga. L’Atalanta, tra l’altro, fa la partita e quindi i giallorossi teoricamente potrebbero sfruttare le ripartenze. Florenzi, però, si preoccupa più di coprire a destra e Marquinho è troppo timido. Anche i tre centrocampisti appoggiano poco l’azione, restando a presidiare la zona davanti alla difesa. A impostare è spesso chiamato Dodò che però si affida ai soliti inutili lancioni. L’unica vera chance della prima parte è per l’Atalanta: tiro di Brienza sporcato da Benatia al ventottesimo, con la palla che cambia direzione e colpisce il palo. Subito dopo si fa male Del Grosso: dentro Bonaventura, con Brivio che arretra nel ruolo di terzino sinistro. Il 4-4-1-1 di Colantuono è ancora più offensivo.

GAFFE DI MORGAN

De Sanctis si impappina sulla punizione di Brivio, da quasi trenta metri, e incassa al sesto della ripresa la quarta rete stagionale: a tradirlo è il rimbalzo del pallone a un metro dalla porta. I giallorossi, per la seconda volta in questo torneo (la prima a Parma), sono in svantaggio. Garcia rivede il suo piano e decide di inserire dopo un’ora Ljajic e a seguire Pjanic, rispettivamente al posto di De Rossi e Marquinho. La Roma cambia atteggiamento e ovviamente in meglio. Inizialmente Ljajic fa il trequartista nel 4-2-3-1, poi sale Pjanic che comunque inizia l’azione da centrocampista, mentre il serbo finisce nel tridente. Gervinho è più intraprendente: crea per Bradley che però è moscio nella conclusione. Strootman da fuori: bravo Consigli. All’assalto partecipa anche Maicon: Canini intercetta con un braccio il tiro del brasiliano, ma Damato non concede il rigore. L’azione si conclude con un gol di testa di Bradley, annullato per evidente fuorigioco. Pjanic pennella per Florenzi: testa e grande parata di Consigli. Debutta Federico Ricci: fuori Florenzi. Prima del recupero si accende Ljajic: dal fondo, dopo un’accelerazione, l’assist per l’1 a 1 di Strootman. E per conservare l’imbattibilità, cosa non da poco.

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