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IL MESSAGGERO Scommesse: Bazzani inguaia Mauri

Stefano Mauri

(A. Abbate) Gelo capitale: «Mauri mi parlò di scommesse legate alle partite». Il Civ Bazzani inguaia il capitano della Lazio a Cremona, il giorno prima del suo sconto di tre mesi al “Tnas” (oggi dibattimento, camera di consiglio: lodo forse dopo il 2 gennaio) ai 9 mesi di squalifica. A Cremona era stata chiesta la proroga delle indagini per il brianzolo, arrestato il 28 maggio 2012. Erano stati rilevati proprio 11 contatti fra il centrocampista (con la scheda intestata a Samantah Romano) e mister X Bazzani, dal 5 al 26 maggio 2011: «Potrebbero riferirsi non soltanto a Lecce e Lazio, combine certificata – si legge nell’ordinanza – ma anche a Udinese-Lazio, vinta dai friulani per 2-1. Non dimentichiamo che, a detta partita, ha partecipato anche Brocchi». Centodieci contatti con Bazzani: «Fu lui a presentarmi il capitano». Mauri non aveva negato d’aver scommesso, ma aveva confessato puntate su Nba e tennis, con tanto di picchetto trascinato al processo sportivo. A Cremona non c’avevano mai creduto. E ieri il Gip Salvini sembrava parzialmente soddisfatto.

SPADARO CONTRO IL CIV Bazzani, dal 2011, riceveva biglietti per lo stadio: «Cercavo tagliandi e maglie, ma non da Gattuso (interrogato dopo l’Epifania, ndr)», assicura il “Civ”. Passava le giornate fuori da Milanello: «Mi conoscevano tutti i giocatori rossoneri, ci uscivo la sera a mangiare la pizza. Sono uno scommettitore, ma non un manipolatore ». Il pm Di Martino lo lascerà in cella a Natale per risentirlo il 30 dicembre. Prime confessioni nella corsa a sminuire i propri ruoli. Un genio dei sistemi, il “Vecchietto” Spadaro:«Gioco da una vita a poker, ho studiato classifiche e azzeccato i risultati». S’era persino presentato con gli appunti, salvo sciogliersi come una macchietta, nell’interrogatorio di garanzia di tre ore e mezza: «Non conosco nessun dirigente, inventavo per farmi bello. Ho sempre vissuto d’espedienti».

A Messina aveva organizzato uno stage-truffa con i calciatori classe ’90 in Ungheria, promettendo loro grandi carriere. Poi aveva fatto il salto: una scheda coperta (intestata a un cingalese), gli incontri con Gegic, Ilievski e Bellavista all’Una Tocq Hotel e le proposte di combine da 650mila: «Ci sono stati, io seguivo Bazzani perché lui mi voleva presentare questa gente. Lo avevo conosciuto nella sala che gestiva a Bologna, mi aveva notato per le vincite alte. Da lì nacque l’idea di fare soldi facili nel calcio, Francesco mi parlò dei suoi rapporti con l’ambiente calcistico». Col clan dei bolognesi. Furioso, Bruno Conti, per i 59 contatti rispolverati dallo Sco con Sartor: «Ho già chiarito un anno fa (12 settembre 2012, ndr) che le telefonate riguardavano solamente un provino di un ragazzo». Non è indagato come Di Biagio, Ct dell’Under 21 e dei 58 contatti con Bazzani. Una mente al telefono.

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