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IL ROMANISTA Firenze sogna, la Roma segna

esultanza

(V. Meta) Roma-Fiorentina, gol di Destro. In fondo non c’era altro modo in cui potesse finire, perché a mettere fine alla quaresima di una squadra da troppo a lungo a digiuno di vittorie non poteva che essere uno che avesse altrettanta fame. Momenti piangeva, Mattia Destro, sette e mesi e tanti dubbi dopo la sua ultima apparizione all’Olimpico, e i 50mila allo stadio insieme a lui. D’altra parte, se la Fiorentina di Montella rimedia la quarta sconfitta consecutiva contro i giallorossi, ci sarà un motivo. La rincorsa alla Juve è ufficialmente iniziata. Se poi trovi un Dodò che gioca la sua miglior partita da quando è alla Roma, non per i cross ma per la fase difensiva, capisci che no, non poteva che finire così.

Partita subito viva, accesa già nei primi cinque minuti dal botta e risposta a distanza Vargas-Strootman, doppia conclusione con il sinistro da fuori area, in entrambi i casi palla alta. Solo che per la Roma è il prologo del gol: minuto numero sette, Gervinho va via a Tomovic sulla sinistra, tiene la palla in campo in un centimetro quadrato e riesce a mettere in mezzo, a due passi dalla linea di porta c’è Maicon che anticipa Neto e mantiene la promessa del dopo Cagliari. La Fiorentina accusa il colpo e Florenzi all’11’ avrebbe l’occasione del raddoppio, servito ancora da un Gervinho in versione playstation, ma il suo destro finisce sull’esterno della rete. Niente rispetto a quello che succede un minuto più tardi, quando il Neto che non t’aspetti trova l’intervento prodigioso sul colpo di testa a botta sicura di De Rossi dal centro dell’area piccola. I viola si scuotono dal 20’ in poi, favoriti da un mezzo pasticcio difensivo Castan-De Rossi che lascia Rossi libero di calciare, De Sanctis mette in angolo. La manovra romanista perde di convinzione, Pjanic rimedia il giallo che gli farà saltare il Milan, al 26’ Gervinho incespica a porta spalancata su servizio di Ljajic e poco prima della mezz’ora la Viola pareggia: palla persa sulla trequarti sinistra, Tomovic recupera, salta Strootman e scarica indietro per Vargas, sinistro di prima intenzione e pallone sotto la traversa. Sull’Olimpico cala il gelo. Anche perché il finale di tempo è ancora per la squadra di Montella, che al 34’ fallisce il 2-1 con Cuadrado, il cui esterno destro al volo imbeccato da Rossi finisce alto. L’ultima emozione è un colpo di testa di Benatia (sarà lui il migliore in campo) che non trova la porta.

La ripresa ricomincia con la Fiorentina avanti, ma la Roma è fortunata perché il bel cross basso di Pasqual attraversa tutta la linea di porta senza che nessuno intervenga. Al 12’ Garcia cerca la scossa togliendo uno spento Florenzi per inserire Destro, al rientro dopo quasi sette mesi, che comincia dalla stessa posizione del compagno di stanza, partendo dall’ala per accentrarsi. La mossa è giusta perché la Roma cambia marcia: al 16’ Gervinho serve Ljajic in area, il serbo manca il gol dell’ex sparando addosso a Neto, un minuto dopo De Rossi verticalizza per Strootman, tiro di prima intenzione e palo pieno. I giallorossi continuano a premere, al 22’ una triangolazione Maicon-Gervinho- Maicon finisce con un destro del brasiliano che Neto mette in angolo e proprio dal corner battuto corto,Ljajic tocca per Gervinho che prolunga in area dove c’è Destro, tiro di prima intenzione senza guardare e palla sotto la traversa. Poi una corsa sfrenata verso la panchina. Fosse una favola, la scriverebbero così. Gli ultimi venti minuti sono una battaglia. Al 26’ l’eroe è De Sanctis, che vola a togliere dall’incrocio un gran calcio di punizione di Pasqual, due minuti dopo finisce a lato di un soffio un colpo di testa di Benatia, sempre da azione d’angolo. Finale di sofferenza, anche perché al 43’ Pjanic rimedia il secondo giallo e lascia la squadra in dieci, Garcia richiama Destro per inserire Bradley ma lascia dentro Gervinho, che oltre a correre e dribblare, difende pure. Una scivolata di Castan nega il pareggio a Rossi al terzo dei quattro minuti di recupero. Montella si metta l’anima in pace: contro la Roma non c’è proprio storia.

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