(D. Galli) Hanno colto di sorpresa perfino i magazzinieri. Si sono infilati in una Trigoria sonnecchiante, dove si pensava ancora a calici di spumante, torroni e panettoni. Qualcuno aveva saputo del loro arrivo leggendo qualche sito Internet, nessuno poteva immaginare che sarebbero venuti davvero. E invece sono venuti. Davvero. In mattinata si è presentato Daniele De Rossi, nel pomeriggio hanno bussato ai cancelli – ai cancelli, si fa per dire – Mattia Destro e Mehdi Benatia. La stessa cosa l’ha fatta Pirlo, che ieri era a Vinovo per provare a recuperare per la madre di tutte le partite. Per il 5 gennaio.La Roma ha ripreso a sgobbare prima della Roma stessa, prima ancora che la squadra tornasse a indossare i fratini e a superare conetti per macinare chilometri di pista.
Niente di eccezionale, non vi immaginate per favore i gradoni di Zemanlandia, De Rossi si è limitato a della corsetta blanda e a un po’ di fisioterapia, come Benatia. Destro ha lavorato con Franco Chinnici. Perché Mattia è ancora infortunato? No, perché per quanto Chinnici sia balzato agli onori delle cronache per essere il responsabile del recupero infortunati, è anche il preparatore atletico. E per Destro è forse anche qualcosa di più, è un amico e qualcuno a Trigoria lo definisce «un mago». Uno dei tanti della Roma di Garcia, verrebbe da aggiungere. De Rossi, Benatia, Destro. Tre professionisti, tre esempi. Tre che per motivi diversi hanno ricevuto in passato critiche diverse. Anche insulti, nel caso di Daniele. Perché oggi qualcuno si compiacerà nel leggere che Daniele non ha atteso la convocazione ufficiale del 30 dicembre, giorno del rompete le feste, giorno che Garcia ha fissato per il ritorno al lavoro in vista della Juve (il 31 per i sudamericani). Pensate, lo stesso Daniele di un anno fa. Lo stesso Daniele che una volta veniva crocefisso per le incomprensioni con Zeman, per il contratto da top player, perché il chiacchiericcio da bar lo segnalava in tutti i locali notturni di Roma, in tutti contemporaneamente, perché a quest’ora sarebbe dovuto stare a Dubai, a Parigi e Londra vestendo più maglie nello stesso momento, lo stesso Daniele che «ha smesso di giocare da due anni», poi «tre», poi «quattro». Ecco, ieri si è allenato a Trigoria prima del tempo lo stesso Daniele che un anno fa era in ballottaggio con Tachtsidis e che adesso è il perno della Roma dei maghi, è un’essenza della Roma degli uomini Rudi assieme ad altri mostri di carattere, di determinazione, come Strootman e Benatia. Pensate, è sempre lo stesso uomo di un anno fa. È lo stesso De Rossi.
Per Benatia invece le critiche erano meno personali. Erano rivolte alla Roma, a Sabatini, alla società che lo aveva pagato 13 milioni per prenderlo dall’Udinese. C’era qualcuno che su Twitter faceva il simpatico: se la Roma paga 13 milioni per Benatia, allora io voglio spendere 13 mila euro per un gelato al pistacchio. Sul serio, c’è chi ha scritto ’sta cosa. Mehdi ha ingoiato tutto, gelati al pistacchio compresi, s’è caricato sulle spalle la difesa romanista e ha caricato a testa bassa qualunque cosa s’aggirasse dalle sue parti, palloni e caviglie avversarie. Destro è la favola a lieto fine. È l’attaccante ritrovato, è la scommessa di un ragazzo con se stesso: vuoi vedere che ritorno quello di prima? Tre gol nelle ultime tre partite per dire al resto del mondo quello che il resto del mondo temeva. Che Mattia è di nuovo centravanti, che Mattia non s’è arreso all’infortunio, che la Roma ha fatto bene ad aspettarlo. Destro ha contraccambiato con gesti come quello di ieri. Un allenamento quasi dal sapore romantico, da calcio di una volta, dove i colori venivano prima dei contratti.