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IL ROMANISTA Totti per riprendere la Juve

Totti

(V. Meta) – Dicevano non avesse novanta minuti delle gambe e ne ha giocati ottantotto. Dicevano giocasse da fermo e ha fatto fare due gol su quattro. Dicevano che la Roma potesse giocare anche senza di lui ed è vero. Ma è solo quando c’è lui che diventa spettacolare. Dicevano, perché quando poi parla Francesco Totti c’è poco da dire. Di fronte all’autorità con cui si è ripreso la Roma, l’unica risposta possibile è il silenzio. Contro il Catania giocava la sua prima partita da titolare dopo i due mesi di convalescenza e la mezz’ora di San Siro: il fiato non poteva essere quello dei giorni migliori, ma i piedi sì e tanto basta. L’angolo da cui è venuto l’1-0, lo splendido calcio di punizione per l’altrettanto splendido tuffo di Benatia, più un’apertura sontuosa (di prima intenzione e praticamente spalle alla porta) per servire sulla corsa Gervinho, che forse non segna perché accecato da tanta bellezza. Sì, Totti è tornato, e per la Roma non potrebbe esserci modo migliore per finire l’anno e cominciare quello nuovo. Totti è tornato e la Roma ha fatto quattro gol tutti insieme. Non succedeva dal 29 settembre, dalla cinquina al Bologna che decretava ufficialmente la trasformazione di Gervinho da oggetto misterioso a idolo dei tifosi, scopriva la vena realizzativa di Benatia e incoronava il Capitano re degli assist in Serie A. C’è da dire che il Bologna di allora era più o meno quello che è il Catania di oggi (vale a dire pochissima cosa), ma nel frattempo la Roma ha affrontato altre squadre non esattamente irresistibili e le cose sono andate diversamente: pareggi contro Torino, Sassuolo e Cagliari privo di Nainggolan, per battere il Chievo c’è voluta più fatica che per fare gol a San Siro, a Bergamo ci s’è messo pure l’arbitro ma la squadra ha cominciato a giocare troppo tardi. Ricapitolando: con Totti titolare otto vittorie su otto, senza cinque pareggi e tre vittorie. Chiaro, no? Senza il Capitano si gioca, ma non è la stessa cosa.

ATTO TERZO La sera dell’infortunio contro Napoli calava il sipario sul primo atto della Roma di Garcia e l’unico ad averlo capito era proprio il tecnico francese, che di fronte ai toni trionfalistici della sala stampa rispondeva «questa è una vittoria di Pirro». Parole profetiche, perché nel loro secondo atto i giallorossi avrebbero alternato momenti di bel gioco ad altri di fatica maledetta. La Juve rimontava e intanto il Capitano lavorava senza sosta fra campo, palestra e fattori di crescita per tornare a riprendersi la Roma. Il terzo atto è cominciato domenica, più o meno là dov’era finito il primo: Gervinho, Benatia (stavolta la doppietta è del difensore) e soprattutto Totti. Non ha corso per tutto il campo? E allora? Non gli era richiesto, visto che Garcia, sapendo che il rischio debito d’ossigeno c’era, gli ha messo davanti Mattia Destro lasciandolo a inventare fra le linee. Non ha segnato? Merito di Frison che in qualche modo è riuscito a respingere il suo destro violento a metà ripresa. Ad applaudire il suo ritorno in tribuna c’era tutta la sua famiglia, quella cui potrà dedicarsi completamente da qui al 30 dicembre, giorno dell’avvio dell’operazione Torino. Il Capitano passerà il Natale in assoluto relax: niente vacanze esotiche (anche perché i giorni di riposo non sono molti), al massimo un salto in montagna, sulla neve di Cortina. Ora che Totti si è ripreso la Roma, non gli resta che riprendere la Juve.

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