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IL ROMANISTA Un po’ di ex e uno scontro di gioco aperto in una bella gara basata sui duelli individuali

Rudi Garcia

(M. Cuppini) All’Olimpico di Roma è di scena il bel gioco: Roma – Fiorentina i duelli del match Mancano ormai poche ore alla tanto attesa partita dell’anno. Non il derby d’Italia. Non il derby di Roma. Stiamo parlando della sfida del bel gioco, della sfida della sfrontatezza, della sfida del faccia a faccia. Quello che tutti, tifosi e amanti del calcio, si attendono da Roma – Fiorentina è semplice: spettacolo e divertimento.

Queste due squadre hanno dimostrato di saperlo fare. E di poterlo continuare a fare. Nonostante i rispettivi cali, accentuati dai viola nell’ultima uscita contro il Verona, e mostrati dai giallorossi negli ultimi quattro pareggi, le due squadre, ne siamo certi,scenderanno in campo per portare la propria idea di gioco, la propria identità. Finalmente non si troveranno più difronte compagini di 11 uomini “arroccati” in difesa, e pronti a colpire in contropiede, ma un modo di giocare schietto, aperto, veloce; basti pensare al numero di gol segnati in 14 match: 27 per la Roma, 28 per la Viola, all’incirca una media di due a partita. Gara che promette tutto, tranne che di essere noiosa, dunque. Gara spettacolare. Da gustare sarà il duello a distanza tra “frecce nere”: Gervinho da un lato, e Cuadrado dall’altro, che con la loro velocità potrebbero creare non pochi problemi alle retroguardie avversarie. Quella giallorossa, apparsa attenta e puntuale in questo avvio di stagione, ha incassato appena 4 gol; quella viola invece, ha dovuto raccogliere 18 volte il pallone alle spalle di Neto. Bella anche la sfida tra due ex compagni di squadra: Daniele De Rossi e David Pizarro, i due registi bassi della partita, che con le loro verticalizzazioni e cambi di gioco potrebbero trasformare l’inerzia del match da un momento all’altro. Se il mal di schiena del secondo dovesse comunque privare la gara di un ex non ce ne dorremmo più di tanto. Vero? Mentre il dubbio De Rossi ci allarma. Da non sottovalutare lo scontro tra Borja Valero e Pjanic, i due dai “piedi d’oro” delle rispettive squadre. Il primo ha fatto un unico errore, quello di nascere in un epoca sbagliata per far parte della nazionale spagnola che avrebbe sicuramente meritato (davanti a lui tanti campioni Blaugrana, da Xavi a Iniesta, da Busquets a Fabregas). Il secondo, elemento imprescindibile per la sua Bosnia, che ha trascinato da grande protagonista al Mondiale in Brasile, e sempre di più, punto di riferimento per la Roma di Garcia. Lo si è visto nell’ultima partita, alla sua entrata in campo, si è riaccesa la luce, un elemento importantissimo, in grado di dare quella vena di imprevedibilità di cui la manovra giallorossa ha fatto il suo punto di forza fino ad ora. Per non parlare della sua utilità sui calci piazzati.

A centrocampo altro duello tutto da vivere, è quello tra Kevin Strootman e Alberto Aquilani: la grinta, la determinazione, la forza fisica da un lato; i piedi buoni e la capacità di leggere situazioni in anticipo, dall’altro. Non più “l’uomo di cristallo” che i tifosi giallorossi ricordano per i frequenti infortuni, ma un giocatore ritrovato e ricaricato grazie alla cura Montella. Roma – Fiorentina è anche la sfida che mette difronte i due talenti nostrani, giovani, freschi, dal viso pulito e con la voglia di arrivare in alto. I due piccoli grandi uomini: Alessandro Florenzi, riscoperto goleador dal tecnico francese, grazie al suo senso dell’inserimento e della posizione; e Giuseppe Rossi, il capocannoniere del campionato italiano. Ma i veri protagonisti della partita saranno loro: Vincenzo Montella e Rudi Garcia, il passato e presente giallorosso che si incontrano. Due tecnici che si stimano, ma non si temono. Così come sono chiamate a fare le loro squadre. Due grandi strateghi, uomini di calcio intelligenti e pragmatici, in grado di cambiare la partita in corso di svolgimento con una semplice disposizione o scelta tattica. Un gioco offensivo, senza paura di scoprire il fianco alla squadra avversaria: è questo quello che Rudi Garcia e Vincenzo Montella hanno inculcato nelle teste dei loro uomini. Come a dire: la miglior difesa è l’attacco.

 

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