(A. De Biase) – Dopo le polemiche della scorsa estate tra i sette club guidati dalla Juventus di Andrea Agnelli e le altre società di calcio rappresentante nell’assemblea di Lega, coagulate attorno al Milan e ad Adriano Galliani, alla fine 118 presidenti della Serie A (con la sola astensione della Roma) hanno rinnovato per un altro triennio l’accordo in essere con l’advisor Infiont Italy per la valorizzazione sul territorio nazionale dei diritti televisivi per le stagioni 2015/16, 2016/17 e 2017/18 e per i tre anni successivi. Al termine della negoziazione condotta in prima persona da Agnelli e dal presidente della Lazio Claudio Lotito le parti si sono accordate su una proposta che prevede un minimo garantito di 5,9 miliardi per le prossime sei stagioni, che dovrà essere spartito tra i club sulla base dei principi di mutualità stabiliti dalla legge Gentiloni-Melandri.
Nel dettaglio, nelle casse dei club di Serie A arriveranno complessivamente 980 milioni a stagione per i primi tre anni (2015-18), mentre nel triennio successivo (2018-2012) il minimo si alzerà a circa 1 miliardo. Il rinnovo per il periodo 2018-21 tuttavia scatterà in modo automatico solo nel caso in cui l’incasso raggiunto nei primi tre anni superi gli 1,040 miliardi medi annui.«Siamo molto soddisfatti», ha commentato il presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta al termine dell’assemblea, «per l’ottimo lavoro svolto da Agnelli e Lotito sul tema più importante per la vita della Lega». Soddisfatto anche il presidente della Juve, ma più per il metodo seguito che per il risultato conseguito.
«Questo accordo», ha detto Agnelli, «non soddisfa appieno una società come la Juve, ma dobbiamo essere consci che per raggiungere il consenso bisogna pensare agli interessi di tutti quanti e l’operazione di trattativa che è stata condotta da me e dal presidente Lotito è stata molto costruttiva». Non sono invece andate giù ai presidenti di Serie A le modifiche introdotte dal governo all’emendamento alla legge di Stabilità, che esclude la costruzione di nuovi complessi di edilizia residenziale per finanziare la costruzione di nuovi stadi (come fatto ad esempio in Inghilterra dall’Arsenal). «Si rischia di perdere un’occasione d’oro», ha commentato Beretta.