Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco contro gli emiliani, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.
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Ultima mezzora di gioco. E’ stata questa a fare la differenza nella difficile trasferta di Bergamo contro l’Atalanta. Ad un Roma abulica e priva di vis nella prima ora di gioco ha risposto una squadra completamente diversa con gli ingressi in campo di Pjanic e Ljajic. Forte, compatta e capace di schiacciare i padroni di casa all’interno della propria metà campo senza alcun diritto di replica imponendo il proprio gioco e la propria identità la squadra giallorossa si è dimostrata assoluta padrona del match nell’ultima parte di gara. Conteggiando poi le occasioni fallite (colpo di testa di Florenzi con miracolo di Consigli, dubbio fallo di mano di Canini su tiro di Maicon e destro debole di Bradley da buona posizione), il pareggio può vestire un po’ stretto.
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Strootman. A proposito di carri armati (vista anche la coreografia atalantina bisogna dire che vanno molto di moda a Bergamo) l’olandese copre il campo come un cingolato della Seconda Guerra Mondiale. Lucido e cattivo riesce ad affondare la zampata giusta negli ultimi minuti evitando al gruppo una sconfitta immeritata. La stanchezza non basta per fermarlo, occorre abbatterlo. Prepotente.
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Gli slalom di Gervinho. Da centravanti non incide come dovrebbe ma non appena viene riportato sul lato si accende con buona intermittenza. Semina scompiglio sulla sinistra, con Canini e Cazzola costretti al continuo raddoppio. Mette un paio di palloni al centro discretamente pericolosi e sfiora il bersaglio grosso in una mischia caotica nell’area nero-azzurra. In crescita.
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La scelta dei tacchetti. Terreno molle, fondo duro, erba ghiacciata, metteteci tutte le variabili che volete ma resta comunque inspiegabile il tourbillon di scivolate messe in scena dai giocatori romanisti. Fermo restando che le condizioni del rettangolo verde erano uguali per entrambe le squadre, non si capisce l’utilità della ricognizione pre-gara se poi si commettono errori del genere. Visionare il campo non è solo una passerella.
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Le sostituzioni di Garcia. Durante la gara la squadra dell’ex Lille non brilla, specialmente negli ultimi 16 metri di campo trovando la via della rete solo con un tiro da fuori di Marquinho ben deviato da Consigli in calcio d’angolo nella prima frazione, e con un forcing incredibile poi bagnato dalla rete di Strootman negli ultimi 30′ di gara. Lasciare fuori in avvio Pjanic sulla linea mediana e Adem Ljajic in quella offensiva schierando tre velocisti nel tridente d’attacco come Florenzi, Gervinho e Marquinho senza che però questi vengano innescati sulla corsa e lanciati nei loro inserimenti, ha evidenziato alcuni limiti di visione da parte del francese (prima volta in cui sbaglia la formazione), vista anche la capacità degli uomini di Colantuono di prendere bene le misure agli avversari. Molto meglio nella ripresa con i due talenti liberi di spaziare ed inventare dalla trequarti in su. I giallorossi sono sembrati, inoltre, in questa prima parte di campionato una macchina ben amalgamata dove ognuno sa dove andare e cosa fare. Peccato però che i calciatori chiamati a sostituire per imprevisti quali infortuni e squalifiche i primi 11 siano riusciti solamente a fasi alterne a non far rimpiangere i titolari. La coppia Dodò-Marquinho su tutti, e in alcune occasioni Bradley, sembrano di fatto avulsi dal livello di gioco imposto dai compagni.
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Errore grave per De Sanctis. L’estremo giallorosso tra gli assoluti protagonisti nel filotto di vittorie con parate determinanti e puntuali (vedi gli interventi su Pandev e Ibarbo nelle sfide con Napoli e Cagliari solo per citarne un paio), sbaglia clamorosamente e regala la rete del vantaggio atalantino a Brivio: al 52′ il numero uno viene infatti beffato dal rimbalzo del pallone e non riesce a trattenere la sfera che si insacca alle sue spalle sul sinistro tutt’altro che irresistibile del terzino neroazzurro su punizione. La gaffe dell’ex Napoli per sua fortuna non coincide con la fine dell’imbattibilità giallorossa dopo 14 giornate; 10 vittorie 4 pareggi. Immacolati.