Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco contro i viola, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.
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Emozione Destro. Torna all’Olimpico dopo ben 7 mesi e bagna il suo debutto con il gol che riporta in vantaggio la Roma mescolando intuito, forza e potenza. La botta forte in anticipo resistendo alla trattenuta di Pasqual ricorda tanto i gol di un predecessore illustre capace di vestire le maglie di Juventus, Inter e anche Nazionale, negli anni 90 e 2000. L’esultanza rabbiosa poi trasporta e racchiude l’animo del tifo romanista scacciando via tutti i dubbi e le incertezze in seguito ad un infortunio al ginocchio lungo e non privo di polemiche. Vive una standing ovation non voluta causa l’espulsione di Pjanic all’88’ che costringe Garcia a togliere la punta ex Siena per lasciare spazio ad un centrocampista di contenimento come Michael Bradley. Anche gli angeli tirano di Destro.
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Le progressioni di Gervinho.Gli strappi dell’ivoriano sono devastanti e condizionano in positivo l’inerzia della sfida dalla parte giallorossa. Suoi gli assist che portano alle rete di Maicon, seconda marcatura ufficiale in giallorosso (la prima senza deviazioni) e Mattia Destro, tornato al gol dopo un lunghissimo periodo di astinenza causa infortunio. Nella ripresa vero e proprio assedio quello della compagine guidata da Rudi Garcia con un tridente esplosivo composto da Destro, subentrato a Florenzi, Ljajic e Gervinho, ma è sempre l’ex Arsenal a risultare di gran lunga il più pericoloso ed attivo in fase offensiva.
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Morgan De Sanctis non ripete errori.Nel veder calciare il terzino e capitano della viola al 70′ di gioco, sfido a non aver pensato al calcio di punizione tirato da Brivio appena sette giorni fa e terminato in fondo al sacco complice la topica del numero uno romanista. L’estremo giallorosso questa volta non ripete errori e su un sinistro a giro ben calciato, molto più pericoloso di quello firmato dall’atalantino, sfodera dal cilindro una parata superba togliendo la sfera dall’incrocio dei pali. Immediato l’abbraccio con tutti i compagni di reparto per una serenità confermata.
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La preparazione tattica di Dodò. Non per volersi accanire ma il brasiliano non ha ancora ben chiare tutte le fasi di gioco. Si prodiga in due buone chiusure sulla sinistra ma costringe anche spesso Castan ad uscire sul lato per dargli una mano in raddoppio. La perseveranza di Strootman non può essere l’unica soluzione. Qui c’è da maturare e anche in fretta, perchè la Juve non aspetta.
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Florenzi. La voglia di fare non è mai criticabile, così come l’impegno sempre di primissimo ordine, però va anche sottolineato come dopo l’infortunio di Totti si sia notevolmente ridimensionato il suo rendimento sul rettangolo verde di gioco. Senza un regista offensivo ad innescarlo la sua posizione da ala non ha ragion d’essere e la pericolosità in area di rigore sta vendendo inevitabilmente meno. Perrottiane memorie.
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Orsato Vs. Pjanic. Orsato Vs. Tutti. La giacchetta nera probabilmente infastidito dal dispettoso orario inasprisce gli animi in una gara contraddistinta da due squadre che del bel gioco fanno il loro credo. Incomprensibile il siparietto con il centrocampista bosniaco inducendo lo stesso alla calma con toni alquanto rivedibili al termine della prima frazione di gara: “Se continui così nel secondo tempo ti butto fuori. Vuoi fare il fenomeno ma non mi conosci”. Espulsione messa poi in pratica al 88′ per un doppio giallo sciocco del numero 15 per fallo sulla metà campo sull’ex David Pizarro.
A cura di Papi&Piccinini