(F. Bianchi) – Stefano Braschi, classe ’57, toscanaccio, dall’8 luglio 2010 è il designatore della serie A. Ruolo delicato. Eredità pesante (quella di Pierluigi Collina). Questa, per Braschi, è l’ultima stagione. Non una bocciatura (mi spiace per i suoi irriducibili nemici…): ma l’avvicendamento è previsto dal regolamento Aia, l’associazione italiana arbitri. “Voglio andare via da vincitore”, ha confidato Braschi. Vuole lasciare al suo erede, una “squadra” affidabile. Non vuole più sentir parlare di ricusazione, sudditanza: roba del passato. Ha fatto un ottimo lavoro, Braschi: nessuna Nazione in Europa ha 4-5 arbitri di alto livello come i nostri, e lo sa bene Collina, designatore europeo, che li utilizza sovente nelle Coppe Uefa. A decidere chi dovrà prendere il posto di Braschi sarà Marcello Nicchi, presidente Aia, che si consulterà con il comitato nazionale. Fra Nicchi e Braschi c’è vera sintonia, e questa è una rarità nel panorama arbitrale italiano dove, in passato, presidente Aia e designatore nemmeno si parlavano… Nicchi è soddisfatto del suo lavoro: “La mia gestione è partita cinque anni fa in un periodo di cui tutti ricordiamo le difficoltà che stava vivendo allora il mondo del calcio (Calciopoli, ndr). Stiamo ricostruendo il nostro settore arbitrale, serve pazienza ma siamo in anticipo sui tempi che ci eravamo preposti. Si stanno susseguendo anni molto positivi per gli arbitri italiani, molto apprezzati in tutto il mondo non solo quelli di alto livello, ma anche quelli di base che nel silenzio e nell’anonimato delle 12 mila partite settimanali portano avanti il gioco del calcio“.
Nicchi, come logico, non può sbilanciarsi sull’erede di Braschi, la stagione è ancora lunga. Ma il campo dei candidati si restringe a tre nomi: Domenico Messina (attuale designatore Can B), Stefano Farina (Can Pro) e Roberto Rosetti. Rosetti si è appena aggiunto: classe ’67, ex arbitro internazionale, una stagione da designatore Can B, poi dal 28 giugno 2011 capo arbitri di Russia. E’ appena tornato da Mosca: ha fatto un lavoro egregio, tanto che la Federcalcio russa lo voleva sino al 2018 (come il ct Capello). Ha ripulito un ambiente corrotto, ha ridato credibilità al campionato. Ora il ciclo si è chiuso: Rosetti è tornato in Italia e qui resterà. Stima Braschi e gli piacerebbe continuare il suo lavoro. Si vedrà. La volata è lunga.
Una curiosità infine. Gianluca Rocchi, fiorentino, arbitro internazionale, ha spiegato:”Le partite di Champions League sono più facili da arbitrare rispetto a quelle italiane perché non c’è la rivalità che ci può essere nel nostro campionato e poi perché l’idea del calcio all’estero è quella di pensare a giocare. In Italia il tatticismo è più esasperato e questo porta a partite dove si può fischiare qualcosa in più, anche se la tendenza è verso un ribasso”.
Palazzi ha finito, Nocerina deferita per illecito
Stefano Palazzi ha concluso il suo lavoro sul caso Salernitana-Nocerina (10 novembre) e sono arrivati i deferimenti. Il superprocuratore Figc è stato più rapido del previsto, gli va dato atto. Ha deferito alla Disciplinare dirigenti, allenatori, calciatori della Nocerina per illecito: in caso l’accusa venisse dimostrata nei processi (sportivi), il club campano potrebbe essere escluso dal campionato di Lega Pro e i tesserati squalificati per tre anni.