(M.Pinci) – Le discussioni continuano, anche se a fari spenti. Dopo i colloqui con la Consob, la coltre di silenzio che copre ogni informazione si è fatta incredibilmente più spessa, ma sull’asse Unicredit-Feng la trattativa è viva, silente, ma continua. Con la benedizione – fin dalla fase embrionale – del governo di Pechino.
CHEN-UNICREDIT, SI TRATTA CON IL SÌ DI PECHINO – Il silenzio sull’affare che dura da una decina di giorni, aveva alimentato voci di intoppi e rotture tra le parti. “Più auspici che informazioni verificate“, le liquida una delle parti in causa: i contatti continuano tra Unicredit e un importante studio milanese che sta seguendo la partita per conto della Hna Group: in ballo, infatti, più che l’imprenditore Feng, la sua azienda ammiraglia, che sta valutando anche altre operazioni – decisamente più onerose – in Italia. Difficile dare un timing per la chiusura dell’operazione con Unicredit per l’acquisizione di qualcosa come il 25% della partecipazione della banca nella Roma. Ma a questo punto del dialogo, gli interlocutori si sono già assicurati il parere favorevole del governo di Pechino. Senza, infatti, un’operazione di tale visibilità non solo non potrebbe andare in porto, ma non sarebbe possibile neanche portarla fino a questo punto, con comunicati ufficiali che la confermano. Non un vero e proprio assenso formale, ma di certo Feng ha incassato dal Gigante asiatico il placet che consentisse di avviare discorsi concreti– e ormai ufficializzati
– con Unicredit, con cui era entrato in contatto principalmente perché interessato ad altre operazioni strategiche per il suo gruppo su suolo italiano (e inevitabilmente viene in mente Alitalia, anche se mancano conferme). Insomma, in attesa di capire se la trattativa andrà in porto, le parti procedono. Consapevoli che il Dragone ha già detto sì.
PJANIC: “SENZA TOTTI PIU’ DIFFICILE” – Intanto Rudi Garcia recupera Miralem Pjanic. La panchina di Bergamo per un dolore che nelle 24 ore precedenti la gara aveva addirittura fatto temere di doverlo lasciare in tribuna. Poi il miglioramento in mattinata, che però non aveva convinto il tecnico a rischiare il giocatore di cui non si proverebbe mai. Con lui in campo la Roma ha ripreso la partita, pur senza riuscire a vincere. per quello serve altro: “Ci manca il giocatore più forte della squadra”, ammette il regista bosniaco. Il nome? Facile: “Totti. Senza di lui non è facile giocare. Quando non c’è la squadra gioca diversamente: sicurezza non la perdiamo ma c’è l’abitudine che sia sempre in campo. Senza Francesco manca il punto di riferimento. Senza di lui abbiamo dimostrato che possiamo fare bene, avendo vinto anche alcune partite. Ma è un giocatore troppo importante“. Anche Garcia, ai francesi di “So Foot”, lo riconosce: “Dopo aver visto Totti mi sono detto che non è solo un grande giocatore, ma che è semplicemente uno dei più grandi giocatori della storia del calcio“. E pazienza se i trascinatori sono altri: “Magari non un leader in spogliatoio. Non è lui quello che si mette a urlare per motivare le truppe, ma è apprezzato dai suoi compagni perché è un ragazzo intelligente, dalla battuta pronta, cosa positiva. E poi è esemplare in campo, un ragazzo semplice che non ha mai saltato un allenamento e non ha mai chiesto trattamenti di favore. Anche se ha 36 anni. Perché lui adora il calcio”.