(G.Foschini/M.Mensurati) – Da martedì mattina, e per almeno due mesi, il calcio italiano dovrà rimanere con il fiato sospeso. Tanto servirà ai periti nominati dal giudice del tribunale di Cremona, Guido Salvini, per aprire e analizzare i telefoni, le chat, i computer di tutti gli indagati nell’inchiesta sul calcioscommesse: da Stefano Mauri ad Antonio Conte, da Christian Vieri a Sergio Pellissier, le loro vite informatiche verranno scandagliate per cercare ogni possibile riferimento a partite truccate, scommesse, zingare. Ai tempi di “WhatsApp”, le intercettazioni infatti non è più necessario farle in diretta. Basta un telefono, un tablet, uno smartphone, per recuperare tutto anche le conversazioni cancellate.
I tecnici dovranno leggere e analizzare il contenuto con “particolare attenzione alle chat e ai software di Istant Messaging (tipo WhatsApp, appunto, ndr) o Voip, in quanto – scrive il giudice Salvini nel provvedimento con il quale dispone l’apertura degli apparecchi informatii – dagli atti è emerso che le conversazioni mediante tali canali hanno avuto una parte significativa nei rapporti tra gli indagati proprio per la definizione degli accordi”. L’obiettivo è chiaro: l’esito degli accertamenti “potrebbe fornire nuovi spunti il cui approfondimento ha come sede naturale le indagini preliminari”, scrive il gip a conferma che l’inchiesta di Cremona è tutt’altro che finita.
L’impressione è che da questo “incidente probatorio” (il nome tecnico dell’accertamento che il giudice andrà a disporre), gli investigatori si aspettino molto. Dopo aver effettuato una “copia forense” dei dispositivi, i tecnici dovranno procedere a una massiccia ricerca usando come parole chiave: i nominativi dei calciatori e di altri soggetti indagati; le società di calcio di serie A, Serie B, Lega Pro 1ª e 2ª divisione; e i nominativi dei dirigenti delle società di calcio. Dovranno poi cercare file contenenti rubriche telefoniche, mailing list o gruppi di discussione; file contenenti tracce di movimenti bancari; file contenenti tracce di spostamenti all’estero; e file contenenti le parole Over, Vittoria, Pareggi, Bolognesi e Zingari.
Una caccia grossa ai segreti del calcio che secondo il gip potrebbe interessare molto i dirigenti dei top team italiani i quali, non a caso, sono citati insieme a Coni e Figc. Tra le molte persone offese sono stati compresi anche Moratti, Agnelli, Lotito, De Laurentiis e Pallotta. Oltre alle associazioni di consumatori in rappresentanza dei milioni di tifosi che in questi anni pensavano di vedere calcio e invece, in molti casi, assistevano a una fiction.