«In casi di questo genere sono decisive le prossime 48 ore per la sopravvivenza. Il problema è legato al gonfiore cerebrale che può durare fino a sei o sette giorni». Secondo Andrea Barbanera, primario di neurochirurgia dell’ospedale di Alessandria e responsabile del servizio di neurochirurgia dell’ospedale di Aosta, per avere un quadro clinico più certo sulla situazione di Michael Schumacher – reduce da un grave incidente sulle piste di sci di Meribel – occorre attendere almeno una settimana.
«Tenendo il paziente in coma farmacologico e con la respirazione assistita – ha spiegato – si cerca di contrastare il gonfiore cerebrale tipico del post trauma. Sull’ematoma che si forma si può intervenire chirurgicamente, sul gonfiore invece possono essere adottati solo accorgimenti dal punto di vista rianimatorio. Il momento più critico sarà nei prossimi sei o sette giorni, poi si potranno capire i danni subiti dal cervello con una risonanza magnetica».
Le ipotesi conseguenti ad incidenti di tal genere sono varie e vanno, nel peggiore dei casi, fino allo stato vegetativo e alla difficoltà a muovere la parte sinistra del corpo. «Ai pazienti che hanno subito gravi traumi cranici – ha aggiunto Barbanera – viene inserito un sensore per misurare la pressione nella testa. Non è esclusa la possibilità di asportare anche una parte della scatola cranica per gestire meglio il gonfiore cerebrale». Il neurochirurgo piemontese ha ribadito che «nuovi interventi chirurgici in questi casi sono abbastanza rari e avvengono solo nei primi giorni». «Se passa indenne questi giorni – ha concluso – la percentuale di recupero per un atleta come Schumacher è alta».
Fonte: ilmessaggero.it