Il tecnico della Primavera giallorossa Alberto De Rossi ha parlato al sito ufficiale giallorosso sia dell’annata della squadra giovanile romanista sia del suo passato a Livorno, prossimo avversario di Rudi Garcia oggi pomeriggio allo stadio Olimpico:
Che periodo fu quello di Livorno?
“Un periodo bellissimo: tre anni che non posso dimenticare per più motivi. Calcisticamente abbiamo fatto tre stagioni bellissime, il primo anno siamo stati promossi in C con una cavalcata trionfante. 18 vittorie e 14 pareggi, zero sconfitte e un solo gol in casa subito… Sin dalla prima giornata, dopo uno striminzito 1-0 in trasferta a Carbonia, siamo stati spinti dall’entusiasmo della gente. All’arrivo in aeroporto c’erano i tifosi ad aspettarci… e non avevamo ancora fatto nulla. Dico sempre che non ho mai giocato la serie A, ma per me l’esperienza a Livorno è stata la mia serie A; ogni partita in casa c’erano quindicimila persone, siamo arrivati fino a ventimila presenze in alcune gare, una calore pazzesco ed inimmaginabile per una formazione di C. Anche dal punto di vista personale è stata una esperienza particolare e bellissima, mia moglie ha vissuto con me a Livorno, prima durante la gravidanza e poi dopo la nascita di Daniele. Daniele è nato a Roma, ma è venuto a Livorno a soli quarantacinque giorni. Solo due volte, in occasione della nascita dei miei due figli (dopo Daniele anche per la nascita di Ludovica), la mia famiglia si è trasferita con me, normalmente io andavo a giocare fuori e mia moglie rimaneva a Roma perché impegnata con il lavoro”.
E da allora, una volta finita l’esperienza da calciatore?
“Sono molto legato a Livorno, quando posso ci torno sempre volentieri. Il calore della gente fa si che si creino rapporti interpersonali forti, è facile fare amicizia, dentro e fuori dal campo. Ricordo che in quel periodo era forte anche la squadra di basket ed era fantastico: finita la partita di calcio, i tifosi e noi giocatori ci trasferivamo a fare il tifo per i nostri colleghi cestisti. Nelle mie esperienze successive non mi è mai più capitato una situazione del genere, per questo la considero la mia serie A”.
E oggi, che realtà è il Livorno?
“La città è sempre la stessa, il calore dei tifosi anche. Non vorrei entrare nel merito della gara dal punto di vista tattico, ma mi preme spendere una parola a favore dell’ex allenatore Davide Nicola. È venuto a Trigoria lo scorso anno in occasione del corso allenatori e mi è piaciuto molto, mi è sembrata una persona preparata e caratterialmente un uomo solare, spontaneo. Ma il calcio è così, ci sono stagioni in cui per mille motivi le cose non vanno bene”.
Oggi De Rossi è allenatore della Primavera giallorossa, ci racconta l’esperienza appena fatta in Vietnam?
“Devo essere sincero che quando i dirigenti mi hanno presentato il progetto della Nutifood Cup a Ho Chi Minh mi sono un po’ preoccupato, soprattutto per il periodo dell’anno in cui capitava. Proprio dopo la sosta per le vacanze natalizie e subito prima di impegni di campionato molto importanti e l’inizio del Torneo di Viareggio. Abbiamo cercato di organizzarci per il meglio, i ragazzi sono andati in vacanza con un programma molto attento di lavoro per far sì che al rientro fossero in forma”.
Come è andata, quindi?
“È stata una esperienza completa, da ogni punto di vista. Abbiamo avuto la possibilità di entrare in contatto con una realtà che personalmente mi ha molto colpito. Abbiamo visitato il Museo delle Guerra, credo che non ci tornerò mai più. Ne siamo usciti scossi tutti, i ragazzi per primi. Siamo stati accolti a braccia aperte da tutti, l’entusiasmo della gente era meraviglioso. Il torneo ha avuto un successo di pubblico enorme, non esisteva fischiare una formazione e acclamarne un’altra, un pubblico unico per passione e sportività”.
E dal punto di vista strettamente calcistico?
“È stato molto importante per me e per i miei ragazzi. Per la prima volta abbiamo trovato avversari di altissimo livello che ci hanno messo sotto, anche in campionato abbiamo perso delle gare, ma loro ci hanno schiacciati da più punti di vista. Ho dovuto cambiare tatticamente il nostro modo di giocare. È stato molto importante anche per i ragazzi… un’esperienza unica”.
Mister ha accennato al Torneo di Viareggio alle porte, cosa si aspetta dai suoi?
“Il torneo di Viareggio è l’unico trofeo che manca nella mia personale bacheca e non nascondo che non mi dispiacerebbe colmare la lacuna. Detto questo, è un torneo di prestigio internazionale, una importante esperienza anche per i ragazzi che vivono gomito a gomito con i colleghi delle altre squadre. Io ricordo ancora quando lo giocai da giocatore con la maglia della Primavera della Roma. Quest’anno gli organizzatori hanno fatto una ristrutturazione che non capisco molto, ma come gli anni scorsi andremo lì per fare bene. In passato sono arrivato terzo e secondo più volte, mi manca solo il gradino più alto del podio. Dico sempre che per vincere ci vuole una buona dose di bravura condita ad una di fortuna. Il torneo di Viareggio è particolare, per l’aria che si respira, per le gare ravvicinate in campi impraticabili… quindi la dose di fortuna deve essere un pizzico più grande!”.
Fonte: asroma.it membership