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AS ROMA Chierico: “Io e Nela nella Roma? E’ importante il recupero della memoria”

Chierico e il presidente Pallotta (foto AS Roma)
Odoacre Chierico ha parlato della partita di questa sera con la Juventus, del suo rientro nella Roma in qualità di osservatore e di molto altro. Queste le sue parole:

Sulla Coppa Italia

“Ci sarebbero tante cose da dire. Domenica ero allo stadio e sono d’accordo con Totti: la Roma ha fatto sembrare tutto facile. E questo non dipende dai demeriti del Livorno ma dai meriti di questa squadra che rende le cose molto più facili di quello che effettivamente sono. In passato questo tipo di partite finivano con un pareggio mentre oggi non più. La Juventus però ha qualcosina in più. Conte e Garcia sono due grandissimi allenatori. Comunque negli ultimi anni raramente ho visto la Roma giocare così bene”

Sulle differenze tra il calcio di oggi e quello di trent’anni fa

“Ai miei tempi il calcio era completamente diverso. Le squadre di provincia lottavano di più, gli stadi erano sempre pieni anche lì. Il calcio era in generale più maschio e, senza tv, non avevamo la possibilità di conoscere così tanto come oggi gli avversari quindi le partite si preparavano diversamente. C’erano giocatori che quando giocavano fuori casa si trasformavano e puntavano molto sull’intimidazione dell’avversario più che sulla tecnica pura. Ai miei tempi sul 2-0 la partita era finita mentre oggi le piccole hanno la possibilità di recuperare perché vedo poca concentrazione anche nelle squadre più forti. Prendete il Napoli contro il Bologna domenica o il Milan contro il Sassuolo, hanno buttato via una vittoria facile. Liedholm ci diceva sempre di tenere il pallone tra i piedi sempre, soprattutto quando eravamo in vantaggio”

Sull’importanza della motivazione nel calcio

“Io ero il dodicesimo ma sapevo che dovevo fare dei sacrifici tanto quanto i miei compagni anche quando sapevo di non poter partire da titolare. C’era rispetto da parte degli allenatori nei confronti dei giocatori più anziani. Se sei il dodicesimo ti devi allenare più degli altri e devi abituarti a fare rinunce e sacrifici nella vita privata. Il calcio comunque deve essere principalmente passione, dobbiamo insegnare ai giovani questa cosa. In ogni caso ci sono degli equilibri che un allenatore deve rispettare facendo sentire tutti, anche quelli che giocano di meno, parte integrante del gruppo. Ho visto varie volte Garcia a Trigoria e penso sia un allenatore di questo tipo”

Sul suo rientro nella Roma

“Adesso ho un ruolo da osservatore. Sono molto contento di essere rientrato nella società che ho sempre amato. Avevo 8 anni quando ho iniziato a giocare con la Roma, è sempre stata la mia vita. Mi capita di incontrare ex giocatori che non vanno allo stadio a vedere la squadra per la quale hanno giocato. Secondo me ogni società dovrebbe conservare la memoria attraverso gli ex calciatori. Per esempio, sabato sono stato al Cuore Sole Village e ne sono rimasto entusiasta; la gente ancora mi ferma e chiede di farsi le foto. Quest’anno io e Sebino (Nela, ndr) siamo rientrati tutti e due nella Roma, abbiamo amato questa società e gli abbiamo dato tanto. Non mi è piaciuto l’atteggiamento della Juventus nei confronti di Del Piero. La società deve tenere vicini i calciatori come alex, che sono esempio per tifosi e giovani calciatori”

Sulla Juventus

“Per me le partite erano quasi tutte uguali. Ovvio, ci sono match che senti un pochino di più e qualche volta vedevamo un atteggiamento diverso degli arbitri a seconda delle squadre che arbitravano. Arroganza sul campo? Sì, poteva esserci. Io per esempio mi scontravo spesso con Cabrini che alla fine è stato uno dei calciatori più corretti del calcio italiano. Gli juventini erano calciatori di personalità ma di grande lealtà”

Su Dodò

“I giovani come lui hanno bisogno di giocare per migliorare e maturare. L’infortunio di Balzaretti è una grandissima chance per lui. Ogni tanto noto che ha quasi paura ad attaccare lo spazio in profondità per andare al cross, preferendo spesso la palla sui piedi”

Fonte: rete sport

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