James Pallotta è stato intervistato dal quotidiano e le sue parole sono riportato anche dal sito della Raptor, di cui è azionista. Il Presidente della Roma racconta l’inizio della sua avventura a Roma:
“Siamo stati in grado di acquisire la squadra a un basso prezzo. Il valore del nostro club crescerà più velocemente rispetto a quello delle società americane. Sogno di vincere la Champions League e di tuffarmi in una fontana romana con i tifosi alzando al cielo il trofeo”
Pallotta riconosce che il calcio italiano “è morto” e deve cambiare, ma spiega inoltre che “Il nostro obiettivo primario è quello di costruire un buon affare.”
Pallotta riconosce che il “fair play” è un bene per il campionato, ma ha detto di non averlo considerato al momento di acquistare il club.
Quel fair play che secondo Roger Mitchell è una “manna dal cielo” per i proprietari e gli investitori. Mitchell, ex amministratore delegato della Scottish Premiership, che ora vive in Italia, prevede che il fair play finanziario incoraggerà le proprietà straniera e gli investimenti. “Le regole del Fair Play non sono nella cultura europea. Il controllo sugli stipendi è una cosa sconosciuta. Ma il fair play offre una scusa ai dirigenti in lotta con i propri tifosi che chiedono di spendere altri soldi per acquistare nuovi calciatori”.
Pallotta, inoltre, parla di possibili nuovi soci:
“Ci piacerebbe avere partner in diverse parti del mondo. Se avessimo un partner in Asia, vorremmo uno in grado di esportare il nostro marchio”.
Nella sua avventura alla Roma, Pallotta è affiancato da Italo Zanzi, amministratore delegato del club che spiega come da quando siano arrivati gli americani al timone della società “abbiamo migliorato il modo di fare business”. Poi, Zanzi ha spiegato: “Siamo più organizzati, abbiamo una strategia solida. Facciamo cose nuove, come ospitare workshop per i nostri sponsor. E abbiamo sviluppato accordi con partner principali che si identificano con il nostro modo di fare business”.
“Vorremmo dare un esempio positivo per il campionato”, continua Zanzi che aggiunge. “Riteniamo ci siano molte opportunità in Italia. Ma la nostra preoccupazione è il successo della Roma”.
Viene chiamato in causa anche Stefano De Alessi, co-CEO di Dao Consulting, un’agenzia di marketing con sede a Roma che rappresenta la squadra. “Il modello di business americano – spiega – ha migliorato la situazione. L’Italia non è in un grande periodo economico, ma la filosofia americana ci sta aiutando a fare il nostro lavoro. Stiamo imparando come applicare il modo fare affari americano nel mercato italiano”.
La Roma ha creato una nuovissima area VIP, di cui DAO gestisce il marketing. Questa zona comprende poltrone di alta qualità, cibo e bevande. Innovazioni rare in Serie A. Per fare un esempio, i tifosi della Lazio, che condividono lo Stadio Olimpico con la Roma, non hanno accesso alla nuova zona VIP.
Zanzi appare orgoglioso dei grandi cambiamenti attuati nel giorno della partita, come la creazione di una “zona divertimenti” per i bambini all’esterno dello stadio. “Gli stadi di Serie A sono scomodo. Creati per un’esperienza di ‘calcio hardcore'”.
L’ad romanista racconta anche delle critiche ricevute: “Abbiamo avuto problemi ma riguardo quanto accadeva sul campo. In America si punta a creare un beneficio collettivo, qui si pensa a vincere”.
Quindi, Zanzi spiega l’importanza per il club di tornare in Europa: “Giocare in Europa aggiungerà notevolmente al nostro fatturato”. Il dirigente romanista ha stimato l’aumento dei ricavi totali tra il 25 e il 50 per cento.
Impossibile sorvolare il discorso stadio ultra-moderno che avrà 52.000 posti e che dovrebbe costare tra i 227 e 289 milioni di dollari. Sarà finanziato privatamente e la sua progettazione è stata affidata all’architetto Dan Meis e al project manager Mark Pannes. Pallotta, comunque, è molto coinvolto dalla sua avventura a Roma, dove si reca ogni sei settimane circa. E James aggiunge: “Sono stato coinvolto in ogni dettaglio del progetto stadio. E’ vicino al mio cuore”.
Molti americani sono rimasti sconvolti dagli episodi di violenza e di razzismo provenienti dagli stadi italiani: “Gli americani non capiscono perché gli ultras non possono essere controllati o fermati”, ha detto Mitchell.
Zanzi ha spiegato: “I nostri tifosi più appassionati sono persone fantastiche. Sostengono con entusiasmo il club. Per le persone cattive qui non c’è posto”. Con il nuovo stadio, Zanzi si aspetta di poter migliorare l’esperienza di vivere una partita allo stadio per le famiglie e di controllare i tifosi con più facilità.
Infine, Zanzi chiude con un sogno: “Alla fine della giornata, io sogno di vincere un trofeo come la Champions League – prosegue sorridendo -. Di saltare in una fontana romana con un gruppo di tifosi per festeggiare il trofeo vinto.”
Fonte: Sports Business Journal