(P. Tomaselli) – Per loro, lo specchio della porta è come la vetrata di un tempio. Ogni tanto i ragazzini tirano una pallonata, resta il segno per un po’, ma poi tutto torna lucido come prima. La Juventus ha subito 11 gol, ma solo uno, a Bergamo, nelle ultime 9 giornate e ben 4 in una sola partita, con la Fiorentina. La Roma ha la migliore difesa d’Europa, con 7 gol presi: uno appena nelle prime 10 giornate contro il Parma, in un percorso inverso ma più virtuoso dei bi-campioni d’Italia che pure hanno cinque punti in più. Sfida tra giganti Lo scontro di domenica sera a Torino ha basi solide, come le cosce di due lottatori di sumo che studiano l’avversario prima di attaccare. Con le loro difese messe assieme, Juventus e Roma hanno subito meno gol (18) di ogni altra avversaria: Napoli, Fiorentina, Genoa a 20 sono le migliori. Eppure tutto si può dire tranne che Conte, col miglior attacco a 39 gol e Garcia (con 35 gol) siano due difensivisti. Perché oggi oltre ai singoli, di assoluta qualità, è l’organizzazione che conta: non più banalmente la difesa, coi suoi tre o quattro pilastri, ma l’intera fase difensiva. E qui le due squadre e i loro tecnici hanno molto da insegnare: anche per questo, sembra un paradosso ma non lo è, la partita dello J-Stadium sarà spettacolare.
Barzagli ai box Antonio Conte si ritrova dopo l’amichevole di ieri contro il Cuneo con un piccolo problema nel cuore della centrale operativa arretrata: dopo mezzora di gioco Andrea Barzagli ha chiesto il cambio per un problema fisico. «Non riesco a correre» ha detto il ministro del centrodestra juventino al suo allenatore, che lo ha rimpiazzato con Caceres, eventuale sostituto per domenica sera. Ma è chiaro che senza Barzagli non sarebbe la stessa cosa: con 573 passaggi utili in difesa, l’azzurro è il giocatore di serie A, dopo Moretti del Torino, che lavora più palloni là dietro. «La forza della Juventus è proprio l’affiatamento del reparto— sottolinea Fulvio Collovati, difensore centrale campione del Mondo 1982 e opinionista Rai —. La squadra di Conte ha vinto il primo Baluardi / 1 Bonucci (a destra) e Chiellini (sinistra), 26 e 29 anni, in campo rispettivamente 13 e 15 volte nella super-difesa bianconera campionato due anni fa senza perdere partite e subendo appena 20 gol. Quest’anno ha sbandato un po’ all’inizio, ma si è ripresa talmente bene che Buffon è rimasto 745 minuti senza subire reti».
Il fattore De Rossi La Roma «americana» a Torino ha giocato tre volte, tra campionato e Coppa Italia, subendo 11 gol. Passare da Luis Enrique a Garcia, attraverso Zeman, non è una passeggiata. Per questo, se la conferma della Juve è un capolavoro di continuità, il rinnovamento giallorosso fa più notizia, considerata anche la partenza di Marquinhos (per 31,5 milioni) verso il Paris Saint Germain: De Sanctis, Benatia, Maicon sono arrivati quest’anno e Dodò faticava a giocare due partite di fila. «La Roma spesso difende a cinque grazie al ruolo fondamentale di De Rossi, che a volte fa il centrale aggiunto — spiega Collovati —. È lui la chiave del gioco di Garcia e dell’equilibrio del suo 4-3-3: quando giocavo mi sarebbe piaciuto avere davanti un giocatore come lui, capace di aiutare i difensori ma anche di far ripartire l’azione. La sorpresa? Benatia è il capocannoniere della squadra e credo che attualmente sia il miglior difensore del nostro campionato». Esperienza contro fiducia Barzagli-Bonucci-Chiellini contro Maicon-Benatia-Castan- Dodò. La filastrocca imparata a memoria o quella nuova che avanza? Di sicuro i primi difensori delle due squadre sono sempre gli attaccanti, soprattutto Tevez e Destro, a testimonianza del grande lavoro che chiedono i due tecnici. Non è un caso che 6 gol su 7 la Roma li abbia subiti con l’assenza di Totti. Perché in una grande squadra tutto si tiene. «Per noi è come una finale—dice a Sky il brasiliano Castan — Roma e Juve sono le due squadre più forti. Non mi aspettavo che la nostra diventasse la difesa meno battuta di tutta Europa, ma Garcia ci ha dato una fiducia che prima non c’era. La Juventus? Si batte con la concentrazione. Ce la possiamo fare». Parola della difesa. Tanto poi decidono sempre gli attaccanti. Oppure no?