(L. Valdiserri) – Sessantamila spettatori, di martedì sera e con la diretta tv, in Coppa Italia sono roba da Roma-Juventus. È una rivalità storica aggiornata dal presente, seconda contro prima in campionato, a due settimane dalla sfida dello Juventus Stadium che ha visto i bianconeri vincere 3-0 e volare a +8 in classifica. Ma è anche la sfida tra le due squadre che hanno vinto per 9 volte la Coppa Italia e possono, in caso di successo finale, mettere sulla maglia una stella d’argento, che non vale certo come una d’oro ma che, di sicuro, fa merchandising. Roma e Juve arrivano in modo diverso alla sfida. Garcia ha parlato, per esempio, e Conte no. Dall’ufficio stampa juventino fanno sapere che era già successo prima di Juve- Avellino, nell’altra gara di Coppa Italia. Vero e verificato, anche se il paragone sembra un po’ offensivo.
La Roma ha fatto il turnover contro il Livorno (fuori Totti, Nainggolan, Florenzi e Maicon) e la Juve lo farà stasera. La scelta del portiere dice molto: Skorupski ha giocato contro la Sampdoria, ma stasera torna tra i pali De Sanctis; Conte, invece, conferma Storari portiere di Coppa, Avellino o Roma non fa differenza. Solo in panchina Tevez e Llorente, dovrebbero giocare in avanti Quagliarella e Giovinco. Una specie di Juve B? La qualità delle riserve impedisce di dirlo, ma è chiaro che, se i bianconeri dovessero uscire dalla Coppa, non sarebbe facile parlare di vera rivincita. Una difesa preventiva in caso di sconfitta? Chi conosce Conte assicura che il turnover nasce solamente da un patto di spogliatoio che prevede l’utilizzo in Coppa Italia di chi ha meno spazio in campionato ma è fondamentale per tenere sempre alto, giorno dopo giorno, il livello degli allenamento.
Rudi Garcia, in ogni caso, allontana da sé ogni proposito di rivincita o vendetta: «Non è la partita più importante della stagione, diciamo che è quella più importante della settimana. Giocheremo in un Olimpico pieno e questo è un vantaggio molto importante per noi. Il nostro pubblico sarà carico e giocheremo anche per i tifosi». Come ribaltare, però, il risultato del campionato? «Dobbiamo essere più efficace sui calci piazzati, visto che abbiamo preso tutti e tre i gol da situazioni con la palla ferma. E bisogna essere molto più efficaci anche offensivamente su questo particolare. La Roma sa fare tutto: attacco manovrato, contropiede, gestione del ritmo partita. Ma se vogliamo andare in semifinale dobbiamo fare una grande gara, giocando con entusiasmo perché così questa squadra ottiene il massimo».
Il grande dubbio della vigilia è Miralem Pjanic. C’è chi lo dà fuori dai titolari, ma pare difficile che Garcia rinunci al suo talento. Sarebbe anche un gesto poco comprensibile in proiezione futura: sono tante le squadre che vorrebbero il bosniaco a giugno e non fargli giocare una delle gare più importanti della stagione somiglierebbe molto a una rottura anticipata. Ma Pjanic giocherà tra i centrocampisti o sarà «alzato» nel tridente offensivo? Dalla sua posizione dipende anche la composizione del centrocampo. La vincitrice di stasera aspetterà l’altra semifinalista di Coppa Italia, che uscirà da Napoli-Lazio (al San Paolo, mercoledì 29 gennaio). Dovesse passare la squadra di Edy Reja, ci sarebbero tre derby in una settimana: 5, 9 (campionato) e 12 febbraio. Da cuori saldi.