(C. Zucchelli) – Non sono passati neanche due anni, ma sembra quasi una vita. Stesse squadre, Juventus e Roma, girone di ritorno della Serie A, anche se a campi invertiti: all’epoca si giocava allo Juventus Stadium, in panchina per i bianconeri c’era Antonio Conte che viaggiava a vele spiegate verso la conquista del suo primo scudetto, per i giallorossi, malinconico ed a un passo dall’addio, c’era invece Luis Enrique. Conte, nella riunione tecnica di un paio di giorni prima, mostrò ai suoi i limiti difensivi (enormi) della Roma e chiede almeno 34 gol. «Se giochiamo come sappiamo, li facciamo senza problemi visto che difendono come all’oratorio. E se ne fate meno di tre, lunedì niente riposo ma allenamento per tutti». La partita finì 4-0. Quello che succederà stasera all’Olimpico non è dato sapere,mase c’è una certezza è che Conte difficilmente farà ai suoi lo stesso discorso di allora. Perché la sua squadra batte record a raffica, ma in una cosa è inferiore ai giallorossi quest’anno: la difesa. Quattordici i palloni finiti alle spalle di Buffon in campionato, 10 quelli alle spalle di De Sanctis, l’ultimo, guarda caso, proprio di un (ex) bianconero: Mirko Vucinic.
La cerniera Dal 77’ di Juventus Roma del 5 gennaio, la Roma (considerando anche la partita di Coppa contro la Sampdoria) non ha più subito reti: 283’ minuti a reti inviolate, che hanno riconsegnato a Garcia quella difesa di ferro che era stata la grande protagonista delle prime dieci giornate di campionato. E che, proprio contro i bianconeri allo Juventus Stadium, ha subìto praticamente un terzo dei suoi gol, 3 sui 10 totali. Garcia era stato buon profeta: tornato dalle vacanze di Natale aveva posto l’accento sugli inserimenti dei centrocampisti bianconeri e proprio da un gol di Vidal era iniziata la serata storta non solo della difesa, ma di tutta la squadra, che evidentemente non aveva tradotto sul campo le sue indicazioni.
Al centro Perché se c’è una cosa che il tecnico chiede alla Roma fin dal primo giorno di lavoro a Riscone è di difendere in modo compatto. Fondamentale è il ruolo di De Rossi, e del centrale di centrocampo in genere, che va ad inserirsi tra Benatia e Castan quando gli avversari sono in possesso palla. Stasera Daniele (o Nainggolan se agirà in quella posizione) dovrà farlo con più attenzione del solito, partendo dal pressing alla fonte di gioco della Juventus. Esperienza e gioventù Fondamentale anche il ruolo dei terzini, soprattutto quando non si possono permettere (come stasera) di pensare solo alla fase offensiva. Se Maicon, a destra, è uno abituato a giocare partite del genere, Garcia deve augurarsi che a Dodò non tremino le gambe come allo Juventus Stadium. Il ragazzo migliora partita dopo partita, ma nella sua (giovane) carriera non ha mai giocato 90’ così ad alta tensione. Dentro o fuori, turno secco, di fronte i campioni d’Italia, sulle spalle una responsabilità pesante: il ragazzo fa sapere di essere pronto, Garcia è costretto a fare di necessità virtù e gli dà fiducia, anche se c’è chi dice che il francese alla fine potrebbe scegliere l’esperienza e schierare dal subito Torosidis, nonostante il grande entusiasmo di Dodò. La speranza, a Trigoria, è che serva come e quanto il saper fare una diagonale difensiva