(C. Zucchelli) – A pensare allo Juventus Stadium probabilmente gli vengono ancora i brividi visto che l’unica volta che ci ha giocato è ritornato con 4 gol sulle spalle, un cartellino giallo e un rigore procurato per fallo di mano. Era il 29 settembre del 2012, in panchina c’era Zeman, a far coppia centrale con lui Nicolas Burdisso. Una partita dominata dalla squadra di Antonio Conte che fece saltare più di qualche nervo a Leandro Castan: negli spogliatoi disse al boemo che «non si può venire qui e difendere in questo modo», concetto poi ribadito, con toni ancora più duri, il mese successivo a Parma. Era il simbolo di una difesa allo sbando, il brasiliano, diventato adesso l’emblema di una squadra che sembra risorta dalle proprie ceneri e che, dopo gli 11 gol subiti in due anni a Torino, va in casa della Juventus «per vincere. Per noi questa partita è come una finale».
TESI La tensione, a Trigoria, è palpabile. Garcia allora, dopo un allenamento molto lungo e intenso, ha deciso di annullare la seduta del pomeriggio. La concentrazione non manca, come conferma anche Castan: «Ce l’abbiamo, se la useremo nel giusto modo domenica potremo farcela. Noi e la Juventus siamo le squadre più forti». La Roma si presenta in casa della capolista consapevole di avere la difesa meno battuta d’Europa: «Non ce lo aspettavamo — ammette Castan —, ma Garcia ci ha dato tutta quella fiducia che lo scorso anno mancava». Anche per questo Tevez fa meno paura: «È bravissimo, lo conosco bene perché ha giocato in Brasile e so che è difficile marcare un giocatore così. Ma io preferisco avversari di questo tipo perché ti costringono a restare concentrato».
ROMA E RIO Pensa alla Roma, Castan, ma è inevitabile che, nell’anno del Mondiale che si giocherà in casa, un brasiliano non aspiri fortemente alla Nazionale: «La prima cosa per me è fare bene con questa maglia e vincere con la Roma, è quello che chiedo al nuovo anno per far sì che sia perfetto per me e per la squadra». Le grandi prestazioni in giallorosso però, potrebbero non bastare a Scolari: «Non so cosa abbia in testa, io sono tranquillo. Se dovessi vincere con la Roma, andrei a festeggiare e a tifare sereno per la Seleçao. Se, invece, dovesse chiamarmi io sarei pronto». Intanto, scrivono in Brasile, il c.t. non si perderà la partita di domenica: per Castan fermare la Juventus sarebbe un ulteriore modo per provare a convince Scolari.