(C. Zucchelli) – Nel dipinto Proverbi Fiamminghi, del 1559, l’autore Pieter Bruegel il Vecchio rappresenta l’ironia, la ricchezza e la caparbietà dei detti popolari del Nord Europa. Ironici non è dato sapere, ma sicuramente ricchi e caparbi lo sono anche Strootman e Nainggolan che oggi, per la prima volta, giocano dall’inizio uno accanto all’altro. Due calciatori, uno mancino e l’altro destro, che affrontano sempre l’avversario a muso duro (anche a costo di rimediare qualche cartellino di troppo) e si adattano in fretta a qualsiasi situazione, basti pensare a come Strootman si è trovato in sintonia con De Rossi e Pjanic, e a come Nainggolan, giovedì contro la Sampdoria, si è integrato con i compagni e nel nuovo sistema di gioco.
Opposti Nati a 91 km di distanza, l’olandese a Ridderker e il belga ad Anversa, non potrebbero essere più diversi. Esuberante, impulsivo, dall’acconciatura spesso bizzarra e dal corpo ricoperto di tatuaggi Nainggolan, timido, serio e ordinario Strootman, in comune hanno la giovane età (25 anni il primo, quasi 24 il secondo), le origini nordiche e la capacità di interpretare — bene — ogni ruolo in un centrocampo a tre. L’olandese, punto fermo della sua nazionale, ha già il biglietto in tasca per il Brasile, il belga ha scelto la Roma (anche) per convincere il c.t. a convocarlo. E nei Paesi Bassi in tanti hanno scritto che potrebbe essere proprio Strootman «l’orange» a dargli una mano.
Chi in regia? Vista l’assenza di De Rossi, tutti e due oggi possono sostituirlo. Garcia, ieri, ha ammesso che entrambi sono adatti, «ma c’è anche Rodrigo Taddei», ha voluto precisare. Nainggolan ha detto che «negli ultimi anni ho giocato sempre come interno a sinistra » e quindi l’olandese sembra favorito per diventare il vertice basso della squadra, con compiti di impostazione e di aiuto ai due centrali Burdisso e Benatia. Nuovo modulo A meno che Garcia non cambi modulo e passi dal 433 al 4231, con Pjanic avanzato sulla linea dei trequartisti, dove peraltro ama giocare. «Tutto è possibile», ha detto il tecnico, piuttosto irritato dal fatto che le sue prove tattiche, in un modo o nell’altro, finiscano spesso sui giornali favorendo, a suo dire, gli avversari.
Certezze Sui giornali in questa settimana è finito proprio Radja Nainggolan, che una settimana fa guardava in tv la sfida di Torino tra Juventus e Roma e oggi si ritrova all’Olimpico (dove sono attesi circa 40.000 spettatori) da protagonista. «Sarà una partita difficile perché loro stanno facendo bene — ha detto ad As Roma membership — ma noi siamo più forti e dobbiamo dimostrarlo sul campo». Sincero, immediato, caparbio. Proprio come i proverbi fiamminghi.