(GB Olivero) Per la prima volta dal 20 ottobre, in questo turno di campionato la Juve ha perso punti nei confronti della Roma. Per la seconda volta in pochi giorni i bianconeri hanno chiuso una partita senza vincerla. Per la terza volta consecutiva in campionato e la quarta considerando la Coppa Italia, la squadra di Conte ha incassato almeno un gol. Basta questo per preoccuparsi? Probabilmente no: preoccupazione è un termine eccessivo. Però un segnale d’allarme arriva dalle prestazioni ben più che dai risultati, visto che già nelle vittoriose partite con Cagliari e Sampdoria la Juve era apparsa in calo. Un calo fisiologico dopo la lunga striscia di successi, un calo atletico a causa del duro lavoro in allenamento, un calo anche mentale perché è impossibile essere sempre concentrati al massimo. Insomma, tutto sembra abbastanza normale. Ma la Juve farà bene a non sottovalutare certi segnali.
I PROBLEMI La difesa è diventata stranamente perforabile sulle palle inattive sia sulle punizioni dalla trequarti (marcatura a zona) sia sui corner (marcatura a uomo). Senza il vero Pirlo la manovra è ovviamente più prevedibile, ma Andrea nelle ultime due partite di campionato è rimasto in panchina per scelta tecnica. La dipendenza da Tevez e Llorente, soprattutto per una questione tattica e di varietà di opzioni, è acclarata. E poi c’è l’Europa League, che intaserà il calendario della Juve: una coppa internazionale va sempre onorata e non può mai essere considerata un problema, però è vero che la squadra bianconera sarà in grandi difficoltà dopo il ritorno dei Sedicesimi quando rientrerà da Trebisonda il venerdì mattina e il sabato pomeriggio ripartirà in direzione Milano dove la domenica sera affronterà i rossoneri di Seedorf. I sei punti di vantaggio sono un margine rassicurante, ma le trappole si nascondono ovunque. Ecco perché la Juve non deve dare alla Roma l’illusione di poter compiere la rimonta e ha la necessità di ritrovare la vittoria già contro l’Inter.