(M. Cecchini) –Chissà se stamattina, alzandosi dal letto, daranno un’occhiata allo specchio dicendo magari: «Accidenti, mi è venuta un’altra ruga». Se così accadesse, sarebbe un pensiero rapido come l’acqua che scorre via nel lavandino. D’altronde, Francesco Totti e Andrea Pirlo non possono permettersi malinconie nel giorno in cui incrociano i tacchetti per giocarsi una fetta di scudetto.
42 anni Eppure la prima partita dell’anno racconta che in coppia avendo Brescia come minimo comune denominatore entrano nel 42° anno solare di calcio professionistico. Ventidue sono quelle del capitano della Roma, che ha esordito il 28 marzo 1993 (a Brescia), venti sono quelle del regista della Juve, che ha fatto la sua prima apparizione il 21 maggio 1995 (nel Brescia). Stagioni volate via come foglie d’autunno, portando in dote televisioni sempre più padrone, giri d’affari sempre più grandi e di conseguenza mediatori sempre più invadenti. Un dato per tutti: secondo un report di «Football Finance» le agenzie di procure sportive hanno sviluppato nel 2013 un flusso di denaro pari a 2,2 miliardi di euro. […]
Futuro blindato Invece, in questo 2014 che comincia in un Paese ancora nella morsa di una crisi economica che non accenna a finire (tranne che per i signori del calcio, ovviamente), Francesco e Andrea cercano l’ispirazione per uno sfolgorante tramonto, il più lungo possibile. Il numero dieci ha il futuro in tasca. In autunno, infatti, ha firmato quel prolungamento di contratto (che curiosamente, a differenza degli altri, ancora non è stato inserito nel sito ufficiale del club) destinato a farlo giocare fino a 40 anni con la maglia giallorossa. Ovvero, la realizzazione di un sogno che continuerà anche dopo, visto che gli è stato confermato anche l’accordo per un contratto dirigenziale per 6 anni (con stipendio «top level»), che prenderà il via quando smetterà di giocare. Le analogie con Pirlo, però, da questo punto di vista sono inesistenti, perché lo juventino è in scadenza di contratto e attende ancora (buone) nuove su un rinnovo che, a 35 anni da compiere a maggio, non è detto sia scontato a cifre alte.
Grinta alla Chuck Norris Insomma, gli occorrerà una grinta alla Chuck Norris per vincere anche la sfida contrattuale. Perché abbiamo citato l’attore protagonista di tanti film d’azione a stelle e strisce? Perché gli amici raccontano come, da quando si è fatto crescere la barba, Andrea pensi di assomigliargli tanto. In effetti, qualcosa in comune è possibile scorgerla, ma di sicuro non nel modo in cui tratta la palla, sempre accarezzata con poesia e mai abusata con violenza. D’altronde, per lui come Totti, 42 anni di calcio in comune hanno raccontato tante storie del genere, con innumerevoli «lieto fine». Il più bello? Per noi romantici forse quello del luglio 2006 a Berlino, quanto entrambi salirono sul tetto del mondo. Mai come quella notte forse, calcisticamente parlando, Roma e Torino furono così vicine.