(B.Tucci) Che tipo di partita sarà Juventus-Roma che si gioca domani sera a Torino? Qualcuno l’ha definito il «match dello scudetto». Sarà così solo nel caso in cui i bianconeri dovessero infliggere la prima sconfitta di questo campionato ai giallorossi. A quel punto, il gap tra le due squadre sarebbe di otto punti, a mio avviso troppi per tentare un recupero. Tanto più che i campioni d’Italia, dopo la batosta con la Fiorentina, sono diventati una specie di gruppo schiacciasassi. Se, al contrario, la Roma dovesse vincere, allora il discorso scudetto si riaprirebbe completamente: a quel punto due sole lunghezze separerebbero le rivali di sempre e potrebbe accadere di tutto nel girone di ritorno.
Ma torniamo all’interrogativo di fondo: come si affronteranno bianconeri e giallorossi? Voglio dire: in che modo Conte e Garcia vorranno affrontare il match di domani sera? Con prudenza o, al contrario, con sfrontatezza? Per essere più chiari: con la paura reverenziale di trovarsi davanti un’avversaria di tutto rispetto; o con la sicurezza di essere più forti e di non avere, quindi, timori di nessun genere ad attaccarla? Sono ipotesi, naturalmente, che potranno essere smentite dal campo. La prima: Rudi Garcia decide di optare per la linea difensiva. Aspetta la Juventus, si copre, forte del suo pacchetto arretrato (il migliore del torneo) e cerca di colpire l’avversaria con le ripartenze, affidando il contropiede ai passaggi illuminanti di Totti e alle folate di Gervinho. Seconda ipotesi: le due panchine vogliono vincere e producono entrambe un gioco d’attacco per chiudere il match possibilmente nei primi quarantacinque minuti. Terza ipotesi: atteggiamento difensivistico portato alle estreme conseguenze sia dalla Juventus sia dalla Roma. La prima perché in caso di pareggio avrebbe sempre cinque punti di più in classifica. La seconda per non chiudere definitivamente la corsa per lo scudetto e rimandare l’appuntamento alla sfida di ritorno.