(M.Cecchini/M.Graziano) – Il calcio, a volte, è anche questione d’interpretazioni, di verità rivelate e di altre sottese per inevitabile diplomazia. Roma-Juve ha tutto per essere una sfida di cartello, tranne una – la diremo tra un attimo – e che interpreta il differente stato d’animo con cui le due squadre vi si approcciano. Il lato nobile è chiaro: si incontrano le due regine del campionato (nonché macinatrici di record); la cornice di pubblico è così bella (poco meno di 60.000 persone) da sembrare quasi un reperto archeologico del nostro calcio; la vigilanza da parte dell’ordine pubblico è da match di cartello (quasi mille poliziotti e 800 steward); la Roma porta ancora addosso la cicatrice della fresca sconfitta in campionato (5 gennaio) e – oltre a puntare alla vittoria della Coppa Italia – vive la partita di stasera come se fosse una rivincita e per questo punterà sui giocatori migliori. E qui però veniamo al «ma», all’unica vera discrasia d’interpretazione che regala la vigilia. In casa bianconera il match non è visto come il replay di quello di campionato e così, al di là delle sensazioni che filtrano, a confermarlo è la formazione che Antonio Conte farà scendere in campo. Intendiamoci, sempre fortissima ma priva di alcuni titolari indiscussi, con Buffon, Llorrente, Tevez su tutti (ma anche Lichtsteiner e Asamoah). Come dire: se si perde nessuna (enorme) sorpresa; se si vince diventa un trionfo.
Strootman-Pirlo A prescindere dalle formazioni, però, non c’è dubbio che ci si aspettano alcuni duelli stellari. Dato per scontato che la fonte principale del gioco juventino sia Pirlo, sembra che stavolta ad occuparsene in prima battuta non sarà solo Pjanic (come è accaduto a Torino tre setsettimane fa), ma possa uscire su di lui anche Strootman, facendo il cosiddetto elastico. Insomma, Garcia punta su una fisicità più intensa rispetto alla sfida di campionato, utile soprattutto se nessuna delle squadre dovesse allungarsi.
Pjanic-Marchisio A differenza dei bianconeri, i giallorossi hanno almeno due ispiratori, cioè Pjanic e Totti. E se il capitano svarierà tra attacco e mediana, il bosniaco potrebbe avere spesso sulle sue zolle un tipetto come Marchisio, in grado sia di contrarlo che di fare inserirsi nelle ripartenze Anche questo, perciò, è un duello che sprizza qualità
Benatia-Giovinco Una delle sfide più curiose, però, sarà quella tra i giganti della difesa romanista e i piccoletti (si fa per dire) dell’attacco juventino. Lo abbiamo sintetizzato con le foto tra Benatia e Giovinco, che meglio di tutti fanno da vetrina a questo duello. Come dire, la squadra di Conte giocherà senz’altro palla a terra per sfruttare la rapidità delle sue punte, mentre – se i ragazzi di Garcia interpreteranno bene il pressing alto – qualsiasi palla lunga lanciata per far rifiatare la difesa, dovrebbe essere terreno di caccia di Benatia e Castan. Occhio però alle palle inattive, perché di sicuro saliranno Chiellini & Co.
Gervinho-Barzagli Quella tra Gervinho e Barzagli, infine, è una sfida assai teorica, perchél’ivoriano si muove su tutto il fronte d’attacco e per prima cosa, a seconda della fascia in cui deciderà di esprimersi, sarà preso in consegna dall’esterno di turno (Isla o Peluso). Logico però che nessuno dei due sarà sufficiente e quindi un centrale (in partenza appunto Barzagli, altrimenti Chiellini) dovrà allargarsi per raddoppiare sul giallorosso evitando che possa avere quegli spazi in cui sa esprimere al massimo la propria velocità. Anche per questo, la situazione tattica ideale per Gervinho sarebbe quella di una Roma presto in vantaggio per avere larghe praterie in cui correre.
Arma Nainggolan I titoli di coda li lasciamo a una delle variabili della vigilia, cioè quella che prevede l’inserimento fin dall’inizio di Nainggolan (piazzando Pjanic nel tridente d’attacco al posto di Florenzi) per dar vita a una squadra in cui conviva il talento insieme a tanti muscoli, che alla Juve in genere non mancano. Insomma, shakerate il tutto e servite inevitabilmente caldo (anzi bollente). Perché a dispetto delle strategie, Roma-Juventus non sarà mai una partita come le altre.