(R. Beccantini) – MARZIANI. Juventus 4-1 a Cagliari, Roma 4-0 al Genoa, Napoli 3-0 a Verona. Classifica: Juventus 52, Roma 44, Napoli 42. Sono medie fuori catalogo. Il podio è servito. Non rimane che fissarne l’ordine. Il Cagliari non perdeva da sette partite. È andato in vantaggio, ha pagato le papere del suo portiere, Adan, e la vena della coppia Lichtsteiner-Llorente. Undici vittorie consecutive, per la Signora è record societario. Occhio, però: è finito il girone d’andata, non il campionato.
A PROPOSITO. C’è stato un periodo, al Real, in cui Adan era mejor del titolare Iker Casillas. Parola di Mourinho. Voto? “Senza Giaccherini e Matri siamo più deboli”. Lo disse Conte, proprio lui. Era d’estate, poco tempo fa. Voto?
COMPLEANNO. La rovesciata compie cent’anni. Nacque in Cile, da un emigrato basco, Ramon Unzaga Asla, nel lontano 1914: per questo, diventò “la chilena”. Da noi sarà sempre, nei secoli dei secoli, la figurina di Carlo Parola. Florenzi, romano e romanista, l’ha replicata e celebrata contro il Genoa. I cinque gol realizzati ne confermano il raffinato eclettismo. E se perde il posto, come è successo, non lo reclama: lo insegue.
POKER. Sassuolo-Milan da 0-2 a 4-3 passerà alla storia come la notte di Domenico Berardi. Classe 1994, quattro gol: alla grandissima. Il giovanotto calabrese è metà di Squinzi e metà della Juventus. Attaccante moderno, di piede e di fisico. Punta centrale, punta laterale: se non si monta, tornerà utile anche a Prandelli.
RIECCOLO. Scelta tecnica. Così Donadoni ha bollato la panchina di Cassano a Livorno. Il Parma ha stravinto, ma siamo alle solite. Roma, Real Madrid, Sampdoria, Milan, Inter, Parma: non si tratta di essere pro o contro, il serbatoio nervoso del pibe barese ha un’autonomia di mezza stagione. Gennaio, poi, è mese di mercato. Sotto a chi tocca.
DIFFERENZA. C’è 0-0 e 0-0. Prendete quello di Atletico Madrid-Barcellona. Tanta roba. Simeone ha allestito una squadra che morde gli avversari, e quel Diego Costa, brasiliano naturalizzato spagnolo, coniuga l’epos del centravanti antico con il talento e la potenza della scuola moderna. Mancava proprio il suo tritolo, alla Nazionale di Del Bosque. Il Barcellona si è tolto lo sfizio di tenere Messi e Neymar in panchina. Tata Martino li ha sdoganati nella ripresa. Altra musica, ma non più quella di una volta.