(M.Stocchi) Ilary Blasi torna a condurre Le Iene, da mercoledì 22 gennaio alle 21.10 su Italia Uno. Il programma, nato nel 1997 da un’idea di Davide Parenti, riprende dopo la pausa natalizia con la squadra al completo: accanto alla Blasi, Teo Mammucari e la Gialappa’s Band (Giorgio Gherarducci, Marco Santin e Carlo Taranto). Tra i molti inviati del programma ritroveremo Enrico Lucci, Giulio Golia, Luigi Pelazza, Paolo Calabresi e Sabrina Nobile.
«Sono già passati otto anni dalla mia prima edizione – dice Ilary Blasy – e mi diverto ancora moltissimo. Penso che Le Iene sia il programma più fico della televisione italiana e lo dico con la massima obiettività!»
Ha lavorato bene con la nuova squadra?
«Con Teo abbiamo trovato subito un grande feeling e immagino si veda chiaramente. Lo stesso vale per la Gialappa’s, con cui comunque avevo già lavorato. La squadra, e mi riferisco anche agli autori e a chi lavora dietro le quinte, è molto affiatata. I risultati parlano da soli».
Smentisce definitivamente la possibilità di Casa Totti, una sit-com sulla sua famiglia?
«È solo una leggenda metropolitana nata dalla proposta di un giornalista che ha accostato Francesco e me a Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Non solo non se ne è mai parlato seriamente, ma Francesco non accetterebbe mai. La tv non è il suo lavoro».
Lei invece ha iniziato molto presto a frequentare la televisione. Ha girato i suoi primi spot a tre anni…
«Ho iniziato con qualche pubblicità ma poi, da adolescente, ho interrotto e ripreso ad intervalli sempre più lunghi. Quando ho cominciato a fare vere audizioni avevo diciassette anni e per molto tempo ho pensato di non farcela. Ho partecipato alle selezioni per decine e decine di trasmissioni, fino a quelle delle emittenti locali e più sconosciute, ma non accadeva nulla. La concorrenza era spietata. Le ragioni del rifiuto, le più diverse. Prima di presentarmi al provino di Passaparola (quiz presentato da Gerry Scotti a cui la Blasi ha partecipato come Letterina, n.d.r.), mi sono detta che sarebbe stato l’ultimo. Mi sarei messa l’anima in pace e avrei smesso di cercare di percorrere quella strada».
Superato quel provino, la sua carriera non si è più fermata.
«Sono la prova vivente che chi la dura la vince. Credo che una delle mie principali risorse sia stata la serenità con cui ho vissuto quel periodo: l’idea di non farcela non mi spaventava, avrei fatto altro nella vita. E poi avevo alle spalle i miei genitori. Loro, con discrezione e senza invadenza, hanno lasciato che mi muovessi liberamente».
Quando le hanno proposto Sanremo nel 2006 aveva ventiquattro anni. Come ha vissuto il “salto”?
«Il festival è stato per me un punto di partenza. Forse proprio perché quell’occasione è arrivata tanto presto per me, ne ho un ricordo bellissimo. Un’esperienza bellissima e stimolante. Non sono stata pressata, schiacciata dalle aspettative degli altri semplicemente perché per me non ce n’erano: non ero una star, ma solo una ragazza di ventiquattro anni. Così mi sono divertita molto e Sanremo è stato, quindi, un importante punto di partenza per tutto quanto è accaduto dopo».
Come concilia il lavoro di show girl a quello di mamma e moglie?
«Per Le Iene lavoro a Milano una volta a settimana e quel giorno con i bambini c’è Francesco. Il resto del tempo lo trascorro io con loro. Facciamo una vita normalissima. Abbiamo passato il Natale tutti insieme e lo stesso accadrà in estate. Stessa spiaggia, stesso residence, stessi amici di sempre».
Come vivono la vostra popolarità Christian e Chanel?
«La fama di Francesco la subiscono un po’ di più, del mio lavoro sanno poco e niente. Le Iene non è un programma adatto a loro, lo trovano noioso. Quando sono con i bambini indosso sempre tute da ginnastica o comunque abiti “da mamma”… I loro compagni di classe passano spesso il pomeriggio in casa nostra, io li accompagno a fare sport, sono amica delle altre mamme. La popolarità incide pochissimo nella nostra quotidianità. I miei figli sanno di essere dei privilegiati, ma voglio che imparino che la vera e più grande fortuna che hanno è il sostegno di genitori presenti e uniti. Francesco ed io crediamo molto nella famiglia, veniamo entrambi da realtà normali e vogliamo che i nostri figli godano prima di tutto della semplicità e della bellezza della famiglia».