(M.Ferretti) Al matto scatenato, per dirla (con il massimo rispetto) con Francesco Totti, ha un conto aperto con la Juve, avversaria domani della Roma. Maicon, è di lui che stiamo parlando, ha affrontato i bianconeri per l’ultima volta nell’ottobre del 2011, ma di quella partita non ha un grande ricordo nonostante la rete rifilata a San Siro a Gigi Buffon per il pareggio nerazzurro dopo la rete iniziale di Vucinic. Questo perché la squadra di Antonio Conte, avviata a conquistare il primo dei due scudetti vinti negli ultimi due anni, dopo pochi minuti segnò con Marchisio e alla fine vinse il Derby d’Italia. Maicon domani ritrova per la prima volta la Juventus dopo la fallimentare esperienza al Manchester City e ritrova pure Rizzoli, l’arbitro di quella sfida milanese dell’ottobre di tre anni fa. Per lui, il confronto con la Juve non è mai stato normale,privo di emozioni: dopo aver vissuto la storica rivalità tra Inter e bianconeri, il Derby d’Italia, domani sera conoscerà quella, altrettanto datata e accesa, tra Juventus e Roma. E lui si presenta allo Juventus Stadium da autentico protagonista, dopo aver mandato a quel paese in pochi mesi tutti i superbi e i maligni che avevano accompagnato il suo arrivo a Roma con scetticismo esagerato.
UNA FASCIA DA SCHIAFFI La prospettiva di poter tornare nella Seleçao, e quindi di giocare nel prossimo giugno il mondiale nel suo Brasile, l’ha riportato ad essere un professionista esemplare e uno dei migliori esterni destri del campionato. Rudi Garcia non ha mai pensato a lui come a una riserva: l’ha sempre considerato un titolare, ha aspettato con pazienza che recuperasse uno straccio di condizione e poi l’ha messo in squadra, e non l’ha più tolto. Maicon l’ha ripagato con un partecipazione massiccia alla cavalcata da record delle dieci vittorie iniziali e, complessivamente, ha dato un contributo importante alla causa giallorossa. Mettendo al servizio della squadra le sue accelerazioni e la sua esperienza. È vero, talvolta ha commesso degli errori in fase difensiva ma è nella sua natura pensare più ad attaccare che a diendere, e questo a Garcia va be- nissimo. Il francese, del resto, ama giocare un calcio offensivo con i due esterni di difesa molto propositivi: per fare una battuta, si potrebbe dire che neppure il Brasile di Felipe Scolari gioca con due brasiliani esterni di difesa, ma Rudi se ne infischia.E anche domani a Torino proporrà Maicon a destra e Dodò a sinistra. Per scardinare partendo dalle corsie laterali la robusta difesa guidata da Gigi Buffon. Se ha ancora qualche dubbio per l’attacco, Garcia ha già deciso tuttoperladifesa,conDeSanctis tra i pali e linea di difesa a quattro formata da Maicon, Benatia, Castan e Dodò.Insomma,la difesa più gettonata da quando Balzaretti è indisponibile per via della pubalgia. Maicon ha collezionato 14 presenze, sempre dal primo minuto.È stato costretto a saltare la partita contro il Chievo per squalifica dopo l’espulsione di Udine e poi è stato assente contro Bologna e Inter per infortunio. Al suo attivo la perla della rete d’apertura contro la Fiorentina e la partecipazione per nulla straordinaria all’autogol di Cacciatore contro il Verona.
IL SOGNO ROMANO In Italia ha vinto quattro scudetti di fila con la maglia dell’Inter e, prima di smettere, oltre a conquistare il titolo di campione del mondo con il Brasile gli piacerebbe bissare i successi di conna- zionali come Aldair, AC Zago, Ca- fu, Emerson e Marcos Assunçao campioni d’Italia con la maglia della Roma nel giugno del 2001. Conquistare domani tre punti a Torino, portarsi a meno 2 dalla Juventus con un girone di ritorno ancora interamente da giocare sarebbe un passo determinante, e aiuterebbe a sognare.