(M. Macedonio) Una gara archiviata già alla fine del primo tempo, ma che non lo fa arretrare di un centimetro rispetto al guardare avanti partita per partita .«Dobbiamo continuare così – dice infatti Rudi Garcia. – Abbiamo ancora un incontro in casa, contro il Livorno, e il nostro atteggiamento deve essere lo stesso. Non è mai facile vincere due partite di fila, ma aver visto la squadra giocare oggi (ieri, ndr) con alcune assenze importanti significa che ci siamo e che dobbiamo insistere nel raccogliere i tre punti». Ne ha messi insieme finora 44, che in altre stagioni sarebbero bastati, a metà torneo, per girare da primi in classifica. Cosa serve per tenere il passo della Juventus? «Dobbiamo solo fare il nostro – dice –. Sappiamo che non è possibile vincere tutte le partite: lo ha detto anche Conte. E allora, non importa cosa fanno gli altri, ma soltanto cosa facciamo noi. Se vinciamo, possiamo prendere punti su chiunque, che sia primo o terzo. Oggi ne abbiamo presi due sul quarto e tre sul quinto, ed è una cosa interessante se vogliamo tornare in Europa». Nainggolan si è confermato l’acquisto prezioso previsto alla vigilia. «Radja sa fare tutto – spiega ancora Garcia. – Ha una bella tecnica, sa giocare di prima ed è abile negli inserimenti offensivi. Oggi ha avuto un ruolo di equilibrio per la squadra, in un centrocampo con tanta mobilità. Mi piace perché è come se avesse iniziato la stagione con noi. Se può mettermi in difficoltà nelle scelte? Preferisco così. Meglio avere notti difficili per scegliere la formazione che non avere scelte ed essere in difficoltà».
Si è visto Maicon addirittura in veste di centravanti in occasione del 3-0. «Lui è uno che dà tutto sul campo, a cui piace difendere ma anche spingersi in avanti. Nel nostro gioco ognuno può attaccare senza che si perda l’equilibrio di squadra. Il suo gol mi ha ricordato quello segnato contro l’Inter a San Siro. Florenzi? Ha fatto un gol che fa spesso in allenamento. Perché è uno che, al termine, rimane a lavorare, e il lavoro dà sempre buoni frutti». Tempo di mercato. Dopo Nainggolan, c’è da aspettarsi qualche altro arrivo? «Sono felice della mia rosa. Avevamo solo bisogno di capire alcune cose. Sappiamo che Destro è tornato, e ha fatto bene e che anche il Capitano ha ritrovato il suo livello. Ora dobbiamo aspettare Balzaretti. Quando non ci sono infortunati, siamo certamente più forti. Sabato torneranno tre giocatori come Ljajic, De Rossi e Castan, e spero di continuare ad avere problemi nelle scelte fino al termine della stagione».
Una Roma di nuovo come a inizio stagione: segna ma non subisce. «Morgan sarà d’accordo con me che è importante innanzitutto non prendere gol. Mi piace una Roma all’attacco, ma che stia bene nella testa, che giochi come ha fatto oggi, facendo pressing dall’inizio, non dando fiducia all’avversario ed essendo sempre efficace». Un bilancio al termine del girone di andata? «C’è sempre qualcosa da migliorare, ed è per questo che lavoriamo. I 44 punti ottenuti costituiscono il record della Roma dopo 19 giornate? Siamo contenti di questo, ma per la gente la partita di oggi era già vinta prima di giocarla, e questo è pericoloso. Per questo mi è piaciuto l’atteggiamento della squadra, che ha giocato sempre con personalità». Le sostituzioni. «Ho fatto uscire Maicon, Pjanic e Florenzi perché diffidati, ed era quindi il momento giusto per far entrare Tin (Jedvaj, ndr), dargli fiducia e mostrargli che anche lui conta. Ognuno dei miei giocatori conta: chi oggi sta in panchina domani potrà essere titolare. Sono contento anche per Burdisso, che ha fatto una grande gara. Ma è difficile oggi trovare uno che non abbia giocato bene».
Visto il divario tecnico che va emergendo tra nel torneo, non sarebbe preferibile un campionato a 16 squadre? «Non penso che nei maggiori campionati europei ci siano tante squadre forti, ma tutte le squadre che sono nella prima parte della classifica lo sono, mentre le altre possono prendere punti contro tutte. È per questo che dobbiamo essere sempre concentrati, e se non lo facciamo possiamo perdere punti. Contro il Livorno dobbiamo mettere in campo le stesse cose». Si schermisce, il tecnico, quando gli chiedono se ritiene di aver dato alla Roma quanto voleva. «Do sempre le stesse cose, come ho fatto dovunque ho lavorato. Quello che conta è vedere la squadra giocare con entusiasmo. La mia gioia sta nel vedere la mia squadra felice dopo un gol o dopo una vittoria, da festeggiare nello spogliatoio. Vedere i giocatori felici aiuta la mia soddisfazione, ed è la mia ricompensa».