(G. Caccamo) – Con Totti tenuto a riposo in vista del match di Coppa con la Juve, Garcia opta per un tridente avanzato pesante con Destro punta centrale, terminale offensivo di un dispositivo d’attacco ben registrato sulle fasce, veloce nel giro palla, propositivo nell’approccio alla porta dell’ottimo Bardi. Non è continua l’azione della Roma anche per merito del Livorno molto attento in fase difensiva e buon palleggiatore sino alla trequarti giallorossa dove si perde per la pochezza delle qualità delle punte.
Passeggia sul velluto la formazione di Garcia, forte di una struttura di gioco precisa, di una mentalità di approccio ad ogni fase della partita fatta per esaltarne le qualità psicofisiche, di una duttilità tattica capace di interpretare con puntualità secondo per secondo lo svolgersi della gara senza cali di concentrazione o peggio di improvvisa sovrastima dei propri mezzi. Padrona del campo per tutto il primo tempo, la Roma non abbassa mai la guardia, anzi,dopo aver leggermente alleggerito la pressione nella fase centrale torna prepotentemente all’attacco nella parte finale.
Poche note per un secondo tempo non certo elettrizzante a cui però è mancato solo l’apporto delle molte occasioni non trasformate in goals. Il percorso didattico di Garcia nell’insegnare gioco alla propria truppa, nello sviluppare tematiche di gioco diverse e sopratutto il piu’ appropriate ad ogni differente avversario si arricchisce di un nuova capitolo, di una variante importante alla sua concezione di attacco con avversario schierato. Questa sera la presenza di Destro ha mostrato quanto attento sia l’ex tecnico del Lille nell’utilizzare i giocatori secondo le loro specificità modificando anche il modulo di gioco all’occorrenza, ritagliando al ragazzo ascolano un suo spazio specifico esclusivo: quello della prima punta centrale con licenza del gol. Solo nel primo tempo su 13 attacchi portati alla porta livornese ben 8 sono centrali e partecipati da Destro; salta la tradizionale turnazione degli attaccanti sul fronte offensivo, salta l’imprevedibilità di quelle punte così poco prevedibili, così poco statiche. Si arricchisce di nuovi motivi tattici la Roma e quale miglior viatico ricavare da questa prima del girone di ritorno? Nota per il dopo-goal di Strootman: anche i duri sanno sorridere!