(T. Cagnucci) Sì, non c’è niente da dire, so’ stati più forti, non l’hai persa per l’arbitro, e c’hanno quell’abitudine a certe cose, a certe partite, a certe atmosfere, che almeno ieri li ha fatti più forti. Però poi basta. I complimenti alla Juventus fateli voi. Da ’sta parte la correttezza c’è sempre stata, da ’sta parte non ci stanno scheletri nell’armadio, né in procura, né in farmacia.
Non c’è niente da dire sulla sconfitta di ieri, ma un romanista non se ne sta zitto, tanto meno di fronte a uno juventino che ieri sera si divertiva con il ditino (so regazzini eh). «Se dovesse parlare solo chi vince non parlerebbe più nessuno» ha detto De Sanctis e ha detto le parole giuste. Un romanista non se ne sta zitto e stamattina (ma già stanotte, stanotte grigia, senza senso, infame, passata con la sensazione della ri-ricaduta, co sto stadio da 40.000 che strilla e schiamazza, col faccione di Conte che gongola, con Bonucci che in sala stampa fa il lord) tra sé e sé si dice una cosa: Forza Roma. E’ questa la cosa da dire: forza Roma.
Forza Roma. Ma non per lo slogan, non perché ne esci sempre bene così, non per ruffianeria, non perché resta la frase più bella del mondo, non perché non puoi non dirlo, semplicemente perché è la cosa più giusta da dire, da pensare, da urlare, persino la critica e l’autocritica migliore (per chi ci tiene tanto stasera che so’ diventati tutti super sportivi e saggi e sobri e bravi-bravissimi tifosi british) da fare ai giocatori, a noi, ai tecnici, ai dirigenti, all’allenatore. Forza Roma dimostra adesso che è tutto diverso. Forza Roma dimostra ora che hai capito tutto, soprattutto quei discorsi fatti dopo il 26 maggio, tutti i discorsi che a un certo punto son diventati troppo facili da fare e da sentire (e forse qualcuno non li ha più ascoltati veramente). Forza Roma falla adesso la differenza; il campionato non è finito ieri, ma comincia oggi.
Forza Roma dittelo e non cercare capri espiatori, la voglia matta e infantile di prendersela con qualcuno, con De Rossi per esempio per l’espulsione (ci sarà questo filone probabilmente) per chi non vede l’ora di tirare fuori le solite storie tese e meschine; Forza Roma dimostra a chi lo sta dimenticando che tu sei la squadra che ha vinto 12 partite e ne ha pareggiate 5 prima di ieri, l’unica prima di ieri insieme al Bayern imbattuta in Europa, che quelle 5 le meritavi quasi tutti da vincere; Forza Roma perché adesso l’errore più stupido è quello di farsi del male da soli, l’errore è deprimersi, diventare triste perché la tristezza è sempre il peccato più grande soprattutto se indossi quei colori vitali. La rovina sarebbe prendersela anche con chi giustamente – santamente – fino a ieri ricordava che questa super Juventus aveva almeno almeno 4 punti in più in classifica (e andiamo al minimo) e la Roma almeno 4 in meno (e andiamo al minimo del minimo). Perché se il campionato nelle prime diciassette partite fosse stato regolare oggi la Roma sarebbe stata prima, pari con la squadra più forte che ha vinto meritatamente ieri (poi come se lo dovessimo scoprire oggi che la Juventus è più forte, d’altronde probabilmente quest’anno vincerà la Champions League). Forza Roma è un urlo di consapevolezza.
Tra tre giorni c’è una partita che conta tutto, una partita di una Coppa Italia da vincere mai come quest’anno (e il 9 gennaio, proprio contro la Samp quando una volta lì, in quel giorno, nasceva il Commando Ultrà) e mai come adesso per guadagnarti fra due settimane un’altra partita con la Juventus. La rivincita, soprattutto psicologica, ce l’hai dietro l’angolo. Se c’è da dimenticare, anzi da dimostrare che vale più il primo quarto d’ora di ieri e non l’ultimo quarto d’ora, lo puoi fare il 21 gennaio. Forza Roma c’è ancora da giocare Roma-Juventus. Il campionato non è finito ieri, ma comincia oggi. Pensa che una volta 8 punti li rimontasti quando la vittoria ne valeva 2, era il 1986 e, hanno detto, che se prendi il calendario di quell’anno lo puoi sovrapporre a quello di questo iniziato male. Ma è solo l’inizio appunto. C’hai il sole davanti se lo vai a cercare. E questo sempre. E vale per un pezzo pure per uno spicchio di ieri.
Perché sì, poi so stati più forti, non te l’ha fatta perdere l’arbitro, e c’hanno quell’abitudine a certe cose, a certe partite, a certe atmosfere, che almeno ieri li ha fatti più forti. Però poi io mi prendo Benatia che con la Roma in 9 va da Ljaijc che ha giocato male e stava per lasciarla in 8 a dirgli «restaci con la testa»; mi prendo Totti che va sotto al settore e si batte il petto e si mette la mano sul cuore; mi prendo le gole di quei 2.200 poeti che al 26’ del secondo tempo (guarda caso) quando la partita di ieri, solo di ieri, era persa si son messi a cantare “Voglia di stringersi un po’” e alla fine hanno alzato le sciarpe e le bandiere. Perché tra la Juve e la Roma io mi prendo sempre la Roma. E quando inciampa e perde come ieri, soprattutto se è la prima volta, se potessi me la prenderei in braccio. Forza Roma. Forza Roma.