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IL ROMANISTA Un mezzo tabù per la vittoria

Rudi Garcia

(D. Giannini) – Non sottovalutare l’avversario. È questo il diktat della vigilia di Roma-Livorno. Anche se Garcia non vuole la minima distrazione, il rischio c’è. Perché loro sono ultimi in classifica, perché hanno appena mandato via l’allenatore al quale erano legati, perché ha fatto sorridere la notizia della squadra al centro commericale a giocare al Gratta e Vinci. Perché, soprattutto, c’è dietro l’angolo la sfida con la Juventus che, anche se Conte si dovesse presentare con tante riserve, sempre rivincita sarà della sconfitta di Torino. I tifosi già ci pensano da parecchio, i giocatori devono sforzarsi di farlo solo a partire da stasera verso le 20, perché perdere punti dalla vetta in una giornata così sarebbe un errore madornale.

Per evitare di commetterlo, per aiutare la concentrazione per arrivare in soccorso un piccolo dato sfavorevole, quello che vede il Livorno imbattuto all’Olimpico contro la Roma da 7 anni e mezzo. Possibile? Sì, anche se il dato è ovviamente gonfiato dalla lunga assenza degli amaranto dalla Serie A. Quello conta, certo, ma ci sono state anche partite vere purtroppo non vinte dai giallorossi. Partite che, fossero finite diversamente, avrebbero cambiato la nostra storia. Quella del 19 aprile 2008 se la ricordano tutti. È il campionato che si concluse col pareggio nella bolgia di Catania mentre l’Inter festeggiava uno scudetto discusso.

Un finale amaro, come amaro era stato quel pomeriggio di aprile il cui inizio era stato dal sapore tutto differente. Poi arrivarono le nubi: prima l’infortunio al ginocchio di Totti. Poi, dopo il gol del vantaggio di Vucinic, la beffa con la punizione di Diamanti a pochi minuti dalla fine. Punti che risulteranno decisivi moralmente e aritmeticamente. Pesanti anche quelli di due stagioni dopo anche se di fatto la distanza fu di soli 17 mesi. 25 ottobre del 2009: la Roma di Spalletti è finita, è da poco diventata quella di Ranieri che però deve ancora cominciare la sua rincora all’Inter.

All’Olimpico arriva il Livorno che addirittura si porta via i 3 punti con un gol di Tavano. Tre punti che nessuno avrebbe pensato potessero essere tanto rimpianti. Quasi quanto quelli del ritorno, a Livorno. In quel momento sì che la rincorsa era in atto. Finì 3-3 con il rigore sbagliato da Pizarro. Cinque punti lasciati al Livorno in quell’anno, ne sarebbero bastati meno della metà per mettersi il tricolore sul petto. E anche nel campionato 2007-2008 ne vennero lasciati agli avversari di oggi 4 su 6. Quattro punti che avrebbero significato scudetto. Ma Roma-Livorno significa anche il doppio 3-0 nel 2004-2005 e nel 2005-2006. Significa il 2-0 nella prima giornata del 2006- 2007 con il gol di De Rossi come qust’anno.

Roma-Livorno significa la nostra prima partita in campionato nel 1927. Finì 2-0 anche quella. Due gol, anche se lì a casa loro, come nel 1941-1942, quando si lottava per lo scudetto e un giovanissimo Dino Viola andava in bicicletta da Pontedera a Livorno per non perdersi la sua Roma. 0-2, come qualche mese fa. In casa invece finì 4-0. Ecco, quello che servirebbe oggi pomeriggio: un altro 4-0 come quello al Genoa (ma basta che si vince), per far vedere che la concentrazione è massima, per continuare a sognare. Per spaventare la Juventus.

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