(A. Austini) – Non ce ne vogliano gli scaramantici, ma una tabella ci sta tutta. Non accadeva da ottobre che la Roma rosicchiasse punti alla Juventus, tra sabato e domenica ha accorciato a 6 la distanza e ora a Trigoria studiano il calendario con l’acquolina in bocca. Un mese e «spicci», lo scudetto e non solo si decide tra febbraio e inizio marzo. In 35 giorni sei partite di campionato, quasi tutte insidiose, mischiate agli impegni dei giallorossi in Coppa Italia e dei bianconeri in Europa League.
Tocca prima alla Roma mostrare il valore della sua rosa: dalla sfida di domenica contro il lanciatissimo Parma di Cassano alla gara con la Samp del 16 febbraio cinque impegni di fila, tre dei quali potrebbero essere tutti contro la Lazio in una sola settimana . Il che vorrebbe dire giocare sempre all’Olimpico, ma pure dover sopportare un carico enorme di tensione aggiuntiva. Altrimenti Garcia dovrà preparare una doppia sfida da brividi al Napoli.
Superate le semifinali di Coppa Italia, si torna ai ritmi canonici di una partita a settimana. Ma le trappole non mancano: a Bologna la notte di sabato 22 febbraio con rischio gelo annesso, poi l’Inter all’Olimpico e la trasferta del San Paolo, che potrebbe essere la quarta stagionale se il Napoli eliminerà la Lazio dalla coppa. In ogni caso si tratterà di uno spareggio per la Champions, con un occhio vigile sulla vetta.
Il tanto atteso calo della Juve è arrivato nella doppia spedizione romana dei bianconeri, nel prossimo mese si capirà se si tratta di incidenti di percorso o se davvero l’inverno è il tallone d’Achille delle squadre di Conte. Prima risposta domenica sera in un Juventus-Inter che non è mai una partita come le altre e stavolta non può proprio esserlo. Tevez e soci avranno poi una settimana di tempo per prepararsi alla gara di Verona con l’Hellas, dove ultimamente si passa più facilmente ma sempre di gara insidiosa si tratta. Da una veronese all’altra, domenica 16 c’è il Chievo allo Stadium, con la mente già proiettata all’Europa che torna: il giovedì successivo arriva il Trabzonspor e il solo fatto che siano turchi suscita brutti pensieri. Quindi derby casalingo col sorprendente Torino e di nuovo i turchi, prima dei due ostacoli più difficili in campionato: il Milan di Seedorf a San Siro e la rivincita con la Fiorentina, unica squadra finora capace di battere la Juventus in campionato. In tutto sono dieci impegni a testa che diranno molto sulle ambizioni delle due aspiranti al trono.
Garcia e Conte fanno già i calcoli sul turnover, attenti a ogni dettaglio. Ieri erano seduti nella stessa fila durante la riunione a Milano con arbitri, dirigenti e capitani. Si sono stretti la mano e niente più, dopo essersele date di santa ragione sul campo.
A parlare ci hanno pensato i due portieri. «Corsa a due per lo scudetto? Ancora mancano 17 partite, intanto abbiamo dato un segnale al campionato – sottolinea De Sanctis – anche se il ritardo su una Juve così forte resta importante». Secca la risposta a Reina, che ha contestato su Twitter il rigore concesso a Verona. «I social network sono spesso una bacheca di insulti. Mi limito a notare che il rigore era nettissimo».
Buffon non si scompone. «Sapevamo che la Roma è forte, la situazione mi preoccupa come prima». Chissà se a marzo sarà più tranquillo.