Quella tra Roma e Lazio è una storia di provocazioni infinite, ma solo l’ultima, quella (involontariamente) fatta dal neo giallorosso Michel Bastos, è stata seguita da un ammontare di scuse. Prima da parte della società, poi del calciatore, sui social netwotk e in sala stampa. Ma i suoi predecessori non hanno mai chiesto scusa. Muslera aveva alzato uno striscione con la scritta «Roma m…» a Formello dopo un derby, Cissè aveva posato con la sciarpa con lo stesso insulto stampato sopra, appena arrivato all’aeroporto, ma anche in quel caso fu vittima involontaria dello scherzo di un tifoso. Candreva la mostrò alla Nord, come atto di fede, per provare a cancellare un passato da romanista che gli è stato rinfacciato fin dall’inizio della sua esperienza laziale. Radu preferì cantarlo, l’8 aprile del 2013, per festeggiare con i tifosi il derby pareggiato 1-1: fu deferito. Zarate si fece persino fare una maglia personalizzata, in cui alzava al cielo la Coppa Italia vinta contro la Samp nel maggio 2009 e Totti sullo sfondo in lacrime: «Io campione, tu zero tituli». Nessuna traccia di scuse, anzi.