(M. Vitelli) – Un viaggio lungo sei mesi sognando il Brasile. Sono giovanissimi, con molto talento e poca esperienza. E con una voglia matta di entrare nel calcio delle star dall’ingresso principale. Domenico Berardi, Alessandro Florenzi e Lorenzo Insigne hanno ancora tutto il girone di ritorno del campionato di serie A per convincere Cesare Prandelli a farli salire sull’aereo che porterà la nazionale italiana a giocarsi il titolo mondiale nel paese del samba. Un’impresa che i tre «ragazzi terribili» del nostro calcio sembrano decisi a realizzare. A suon di gol e di prestazioni esaltanti. La scorsa giornata di campionato li ha visti protagonisti, certificandone le doti e accendendo definitivamente i riflettori sulle loro prestazioni.
Il «man of the day» è stato senza dubbio Domenico Berardi. L’attaccante del Sassuolo, in novanta minuti, ha segnato quattro gol al Milan, ha portato la dirigenza rossonera ad esonerare l’allenatore Massimiliano Allegri ed ha notevolmente incrementato il suo bottino chiudendo così la prima metà della stagione con undici marcature in quindici partite. Tutto questo a diciannove anni e con un esordio in serie A lontano solo quattro mesi. Il giovane cosentino, il cui cartellino è di proprietà della Juventus, ha qualità e caratteristiche tecniche importanti. » mancino e predilige giocare esterno alto, a destra o a sinistra.
Poche ore prima dell’exploit di Berardi, durante l’incontro disputatosi allo stadio Olimpico tra Roma e Genoa, Alessandro Florenzi realizzava il gol da «figurina Panini» che tutti i bambini sognano di fare. Le immagini della splendida rovesciata che ha fulminato l’estremo difensore rossoblù Perin hanno fatto il giro del mondo, ma il suo gol è solo un sigillo prezioso all’interno dell’ennesima prestazione di altissimo livello. Il trequartista romano, nonostante la concorrenza di affermati campioni, è un punto fermo della squadra di Rudi Garcia. Corridore infaticabile, Florenzi abbina ottimi piedi ad un grande senso tattico. Difficilmente guarderà il Campionato del Mondo in tv.
E poi c’è Lorenzo Insigne, anche lui in gol nell’ultima partita prima del giro di boa. La bella rete realizzata in Verona – Napoli ha fatto tornare il suo cognome nei titoli dei giornali dopo un breve periodo di appannamento. Ma il giocatore napoletano è di grande livello ed ora, dopo aver sofferto un po’ la concorrenza di Mertens e Callejon, sembra essere tornato lo spacca-difese di quando, in coppia con Ciro Immobile, faceva impazzire i tifosi del Pescara di Zeman.
Eccoli i «tre moschettieri», pronti a battersi per sfilare le maglie azzurre ai loro colleghi più avanti con gli anni e probabilmente più pronti, proprio grazie all’esperienza maturata, a disputare partite internazionali di altissimo livello. Una sfida difficile, affascinante e non impossibile. Complici il serio infortunio al ginocchio di Giuseppe Rossi, la stagione non esaltante di Mario Balotelli (comunque sicuro di un posto per il mondiale) e le difficoltà evidenti di Osvaldo con la maglia del Southampton, di Matri appena trasferitosi a Firenze e di Di Natale in procinto di smettere. I baby-campioni sono agguerriti e pronti a giocarsi le loro chances. Il Brasile li aspetta.