(E. Menghi) – Il giorno dopo la prima sconfitta stagionale, la Roma pensa allo scudetto. Sembra un paradosso, ma proprio questa mattina una delegazione di giocatori, guidata da Totti e De Rossi, i senatori della squadra, si è presentata dal dg Baldissoni per parlare dei premi scudetto. Un segnale importante all’ambiente: il sogno resta vivo, anche se la vetta non è mai stata così lontana (-8). La spinta in più arriva dal mercato: oggi Sabatini è tornato all’assalto per portare nella capitale Nainggolan a gennaio. La Roma ha fretta di chiudere l’operazione che andrà a rinforzare il centrocampo giallorosso, per puntare in alto, alla Champions e, perché no, anche allo scudetto.
Il ds ha offerto al Cagliari 9 milioni di euro, tra prestito e riscatto della metà del cartellino. In arrivo c’è anche Paredes, in volo verso la capitale. Buone notizie arrivano da Pjanic, uscito dallo Juventus Stadium un po’ acciaccato: il bosniaco ha effettuato in mattinata gli accertamenti strumentali che hanno escluso lesioni capsulo-legamentose al ginocchio destro, ma ci saranno nuovi esami nelle prossime 24-48 ore. Balzaretti è tornato ad allenarsi con il gruppo e si prepara al rientro. Chi ha giocato ieri ha svolto un lavoro defaticante, il resto del gruppo si è esercitato sul possesso palla e ha svolto una partitella a campo ridotto. Romagnoli l’ha conclusa anzitempo per un trauma distorsivo alla caviglia sinistra.
Tutti hanno partecipato alla riunione tecnica prima di scendere in campo per il primo allenamento di una lunga settimana, in cui all’Olimpico arriveranno la Sampdoria e il Genoa tra giovedì e domenica. Per la sfida di Coppa Italia con i blucerchiati le motivazioni non mancano, perché ai quarti c’è la Juventus ad attendere la vincente e la Roma vuole provare a cancellare il brutto ricordo di ieri con una prestazione diversa, meno isterica magari. Perché quando i giallorossi si trovano a giocare partite fondamentali per la stagione succede spesso che il nervosismo dilaghi e il bel calcio si veda solo a tratti.
Le espulsioni di De Rossi e Castan ne sono l’esempio più recente, ma basterebbe ripercorrere la storia dei derby per capire quanto la Roma perda la testa nelle situazioni difficili. Ed è forse qui la grande differenza con la Juventus, più consapevole, più abituata a sfide di questo livello. La sensazione è che sia cambiato qualcosa dopo le dieci vittorie nelle prime dieci partite. Nelle ultime otto gare la Roma ha vinto solo contro Fiorentina e Catania, raccogliendo 5 pareggi e una sconfitta, la prima dell’era Garcia. E la tripletta allo Juventus Stadium ha smosso – in negativo – i numeri della difesa: 9 gol subiti in 8 partite, 1 nelle prime 10. Ma il discorso vale anche per l’attacco: 24 gol fatti nelle prime 10 partite, solo 11 nelle ultime 8. Una spaventosa differenza.