(R.Buffoni) C’è uno stellone che si accende ogni anno per salvare la dignità della nostra sgangherata coppa Italia, piazzata dove capita e con un regolamento assurdo che sembra la sceneggiatura di un film dei Monty Python. Stavolta tocca a Roma-Juventus nobilitare il torneo, con un quarto di finale in gara secca che, a 48 ore dal calcio d’inizio, ha già riempito lo stadio Olimpico: 50mila i tagliandi venduti, curve, distinti e Tevere esauriti.
Tanta, troppa, è la voglia di rivincita della Roma dopo lo strano quanto pesante 0-3 di campionato, incassato allo Stadium 15 giorni fa. Un cappotto che ha scavato il fossato attuale di otto punti tra le due formazioni dominatrici del torneo, frutto della furbizia tutta italiana di Conte capace di convincere i suoi ad aspettare la Roma togliendole spazio e idee. Garcia non vuol sentir parlare di queste cose. Ha già risposto che la sua squadra non ha mai subìto i bianconeri in contropiede; che i gol sono venuti da distrazioni dei suoi (e in privato si è rammaricato per l’occasione di Ljajic fallita sullo 0-0 che avrebbe cambiato la partita).
La Juventus all’indomani della delusione di Champions a Istanbul ha varato l’operazione “tripletino” e cioè il tentativo di vincere scudetto, Europa League e coppa Italia. Coi due titoli italiani i bianconeri centrerebbero altrettante stelle: quella dei 30 scudetti ufficiali e quella delle 10 coppe. Quest’ultima le è contesa proprio dalla Roma. Domani Conte può assestare un gancio da ko forse definitivo a Garcia che, però, avrà un Nainggolan in più da opporre allo scintillante centrocampo bianconero.