(L. Loiacono) Tutto fermo per lo storico stadio della Roma: il 12 febbraio la sentenza del Tar Lorena Loiacono Peggio di un derby, la partita su Campo Testaccio si gioca su due fronti opposti. Da un lato la maggioranza in Campidoglio, dall’altro l’opposizione. E intanto del campo storico dell’As Roma non resta che una buca, in attesa che intervenga il Tar del Lazio. In quella fossa, infatti, sarebbe dovuto partire il cantiere per un parcheggio interrato, inserito nel Piano urbano parcheggi e poi revocato. E allora, dopo anni di divergenze tra Amministrazione e concessionario, ora la palla è passata ai giudici. E li resta, fino alla sentenza fissata al prossimo 12 febbraio.
«Siamo pronti a intervenire non appena il Tar ci darà l’ok – spiega Yuri Trombetti, presidente del consiglio del municipio 1 – il campo sarà sistemato, faremo intervenire l’As Testaccio e, forse, anche l’As Roma». Per riconsegnare l’area all’ associazione sportiva servono circa 200 mila euro: a tanto ammonta la spesa stimata per coprire la buca, una cifra che sembrerebbe già a disposizione nella casse del Comune. Ma non sono tutti d’accordo. «E necessaria piuttosto – dichiara Alessandro Cochi, ex delegato allo sport – una decisione politica da parte dell’amministrazione, senza aspettare il tribunale. Marino invece aspetta il Tar e il tempo passa Si sarebbe potuto trovare un accordo con il concessionario, per accorciare i tempi ed evitare questo stallo». Dello stesso parere Giordano Tredicine, vicepresidente dell’assemblea capitolina, che oggi presenterà una mozione in Consiglio comunale per accelerare la parte amministrativa: «Inutile aspettare il Tar, dopo ci sarà di certo anche il Consiglio di Stato. Chiederò una commissione ad hoc con il Gabinetto del Sindaco, l’avvocatura e il concessionario: occorre fare alla svelta, quel campo fa parte della storia di Roma».