Denti digrignati e brandelli di maglia, la sua come quella altrui: questa è la sintesi di ciò che è stato Nicolas Burdisso con i colori della Roma addosso.
Una pelata sempre lucida di sudore e il moto perpetuo di chi sa che per sopperire ai propri limiti deve sempre rincorrere la prossima soglia di miglioramento: questo è stato Michael Bradley in maglia giallorossa.
I limiti di entrambi li abbiamo conosciuti sin dai loro esordi da romanisti, anzi li conoscevamo già prima che arrivassero; non è questo che fa la differenza nella memoria storica del tifoso giallorosso. Memoria storica e soprattutto affettiva, aggiungerei: la graduatoria dei giocatori a cui si è voluto più bene non corrisponde a quella dei più dotati tecnicamente e nemmeno a quella di coloro che hanno vinto qualcosa con la Roma. Non sempre, almeno. I tifosi di questa squadra si sono legati innanzitutto a quei giocatori che hanno sentito orgogliosi e motivati dall’aver unito, almeno per una parte della carriera, i propri destini a quelli di questa società.
Ecco perché tra i primi esempi che vengono sempre in mente quando si fanno discorsi del genere spunta sempre il nome di Enrico “Tarzan” Annoni, amatissimo anche nel ricordo, in maniera inversamente proporzionale a quelle che erano le doti tecniche.
Due come Burdisso e Bradley, che chiaramente hanno fatto parte di una Roma molto più competitiva e attrezzata, in tempi di professionismo esasperato hanno rappresentato la dedizione alla causa e la serietà di chi dal primo all’ultimo giorno ha servito la causa, per temperamento, modo di essere e rispetto nei confronti di società e tifoseria. Le moderne bandiere, in un’epoca in cui Totti è lo straordinario testimone – tuttora in attività – di un qualcosa che ormai è catalogabile tra le cose del calcio del secolo scorso. Come fu anche John Arne Riise, un altro il cui ricordo ci fa ancora togliere il cappello.
In bocca al lupo a tutti quelli come loro, che anche quando lasciano la Roma è come se si portassero appresso un quadratino di maglia, che non sbiadisce mai grazie all’esempio che hanno lasciato.