L’appuntamento è per le ore 9 all’Alta Corte di Giustizia del Coni, dove la Roma giocherà l’ennesima partita «extracampo» degli ultimi tempi. Nelle aule del Foro Italico, infatti, si discuterà il ricorso contro la chiusura delle curve (sud e nord) con l’Inter per i cori discriminatori di Roma-Napoli, semifinale d’andata di Coppa Italia. Non si parlerà, invece, della chiusura dei «distinti sud».
La situazione Il primo passo della Figc (rappresentata dall’avvocato Luigi Medugno) saranno le controdeduzioni, con cui si chiederà l’irricevibilità del ricorso della Roma per l’art. 30 dello Statuto della Figc, in base al quale «non sono soggette alla cognizione dell’Alta Corte di Giustizia sanzioni come l’obbligo di disputare gare a porte chiuse o con settori privi di spettatori». La Roma, però, si sente tranquilla («legittimo ricorso avverso una norma ambigua ed applicata in modo non equanime per ottenere giustizia», il tweet dell’avvocato Antonio Conte, che rappresenterà i giallorossi con l’a.d. Claudio Fenucci): lo Statuto è del 2012 e due mesi fa c’è stata la riforma del codice di giustizia sportiva. Come dire, nel frattempo il contesto giurisdizionale è cambiato e se l’Alta Corte ha accolto il reclamo, si considera anche legittimata a discuterlo.
Possibili scenari L’impressione è che se ci sarà un accoglimento, difficilmente sarà su tutta la linea (in caso di rigetto, la Roma potrebbe andare anche al Tar). Più facile, invece, che la sanzione venga traslata sulla competizione di riferimento, la Coppa Italia, che in subordine è tra le richieste giallorosse. La Roma, poi, ha presentato un’istanza cautelare d’urgenza per l’annullamento della chiusura dei distinti sud. La Figc, come per le curve, si avvarrà dei famosi 5 giorni, in attesa delle motivazioni della Corte Federale. Ma non essendoci i tempi tecnici (Roma-Inter è sabato sera), l’unica possibilità di intervento, eventualmente, è un’ordinanza presidenziale firmata da Franco Frattini, presidente dell’Alta Corte.