Uno dei brindisi più attesi dalla tifoseria giallorossa si è consumato ieri tra Trigoria e Boston. «L’AS Roma S.p.A. rende noto di aver prolungato il contratto federale del sig. Walter Sabatini, quale Direttore Sportivo della Società, la cui naturale scadenza era prevista per il 30 giugno 2014. Il nuovo accordo ha durata triennale, con scadenza fissata al 30 giugno 2017».
«Sono estremamente felice che Walter Sabatini e il suo staff siano parte integrante del nostro successo di oggi e che continuino ad esserlo per il futuro», ha dichiarato il Presidente dell’AS Roma, James Pallotta. Si tratta della prima volta in cui il diesse si impegna così a lungo. Questo significa che la società guidata da James Pallotta non lascia, anzi, raddoppia.
Sabatini potrà lavorare così ad ampio raggio con un orizzonte più vasto. Potrà veder sbocciare i suoi fiori raccolti per il mondo, forse ancora troppo giovani per vincere adesso, ma potrà anche assistere alla crescita di una Roma che si sta preparando finalmente a vincere qualcosa. Al saldo delle entrate e delle uscite (anche dolorose) la Roma di Garcia (altra intuizione vincente di Sabatini) si è presentata al pronti-via stupendo il mondo. E al mercato di gennaio Sabatini ha completato l’opera aggiungendo un Nainggolan ad un centrocampo già di grande qualità.
Sabatini è quello che a Garcia aveva pensato già due anni fa, prima che Baldini venisse affascinato dall’idea Luis Enrique, peraltro suggeritagli da Pep Guardiola che era il vero obiettivo e che invece rifiutò cortesemente. Sabatini è quello che ha condiviso la scelta sbagliata di Zeman salvo poi tornare sui suoi passi. E’ stato quello che la sera del 26 maggio scorso ha giurato a stesso che avrebbe ribaltato la Roma.
Dentro muscoli, centimetri e carattere. Sono arrivati così i De Sanctis, i Maicon, gli Strootman e i Benatia. Qualcuno accolto perfino con peplessità. E invece Sabatini (che aveva capito cosa serviva alla Roma) aveva visto giusto. Anche la scelta del nuovo tecnico. Pochi conoscevano Garcia, il francese con la faccia da pugile di cui il diesse giallorosso si era invaghito già dai tempi del fantastico Lille campione di Francia. L’uomo giusto al momento giusto.
Fonte: Corriere dello Sport