(L. Valdiserri) Rudi Garcia è un uomo di parola. Aveva promesso lupi incazzati, dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia, e la Roma si è divorata la Sampdoria con un risultato che va persino stretto all’andamento del match. Grande prova di serietà di un gruppo fin qui fantastico, che ieri doveva fare a meno di Totti (infortunato), De Rossi (neopapà in panchina per 70’) e delle curve chiuse. Il vantaggio sul Napoli resta di 4 punti, con una partita da recuperare, quello sulla Fiorentina è dilatato a 10. Se la Juve le vince tutte non può essere colpa di Garcia, che con la formazione giusta e tenendo fede al suo calcio sempre propositivo ha risposto anche alle prime, assurde, critiche sul suo lavoro giallorosso. La Roma è davvero la «sua» Roma: bel calcio e risultati.
La larga vittoria acquista ancora più importanza proprio perché conquistata contro una Sampdoria in salute. Il piano di Sinisa Mihajlovic (19 punti in 12 partite, aveva preso la squadra terzultima e l’ha portata in acque tranquille) era coraggioso: pressare alto di squadra, mandare Gabbiadini sempre a destra per attaccare Torosidis, stuzzicare Benatia e Castan con la velocità di Eder. La strategia è clamorosamente saltata per aria per difetto di qualità e perché Pjanic è stato perfetto trequartista nel 4-2-3-1 voluto per l’occasione da Garcia. Qualità allo stato puro, quella del bosniaco. Per chi scrive, ancora più decisivo di Destro, che pure ha segnato due gol da centravanti vero, che portano la sua media a una rete ogni 76’ e lo ripropongono con forza anche per una maglia azzurra ai Mondiali.
Il dominio del primo tempo è stato nettissimo, ma, purtroppo per le coronarie dei tifosi, la Roma ha capitalizzato solo al 43’ e nell’occasione più difficile: un colpo di testa in torsione di Mattia Destro, marcato male da Regini, che ha trovato l’angolino più lontano. In precedenza, tra jella e precipitazione, i giallorossi avevano sprecato almeno quattro palle gol nitide. La più clamorosa con Strootman, smarcato davanti alla porta da Pjanic (40’). La più sfortunata con Gervinho, che al 26’ seminava tutti in velocità, saltava anche Da Costa ma trovava Gastaldello a respingere sulla riga di porta. Una partenza «sparata» nella ripresa cancellava le paure di tanto spreco. Pjanic trovava il gol su punizione, con Da Costa poco reattivo, all’8’ e quattro minuti dopo Destro chiudeva la gara con un bel movimento in area, da attaccante puro, e una staffilata sotto la traversa.
La Sampdoria finiva in inferiorità numerica per l’espulsione di Gastaldello, già ammonito. Una delle poche decisioni giuste di Celi, che non ha visto un rigore di Mustafi nel primo tempo e uno di Benatia nel secondo, tutti due per fallo di mano in area. Gastaldello salterà Sampdoria-Milan e, con un fallo assurdo a partita strafinita, non ha certo fatto un regalo a Mihajlovic.
Quanto a squalifiche, nei prossimi giorni sapremo se e quante partite la Roma dovrà ancora giocare con parti dello stadio chiuso per i cori sul Vesuvio. Forse c’è chi pensa che questo sia il modo giusto di aiutare la propria squadra. O, forse, chi lo fa è molto più tifoso della sua voglia di protagonismo che della Roma.