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GAZZETTA DELLO SPORT Comproprietà addio? C’è chi dice no

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(M. Iaria) – L’abolizione delle comproprietà approda lunedì in consiglio di Lega. Dopo la svolta storica immaginata dalla commissione sui tesseramenti due settimane fa, con l’avallo di una decina di società tra cui Juve, Milan e Lazio (Inter neutrale), in Lega sono pervenute le lettere di contrarietà da parte di Atalanta, Bologna e Udinese. Ai 20 club di A era stato richiesto un parere sulle proposte di modifica delle norme del calciomercato, in primis appunto l’addio alle compartecipazioni. Se non ci fossero state obiezioni la «lenzuolata» sarebbe arrivata direttamente sul tavolo della commissione carte federali, che si è riunita lunedì scorso in Figc. Ma Atalanta, Bologna e Udinese si sono fatte sentire esprimendo il loro dissenso, il Parma ha avanzato dei dubbi e si sa già che anche il Torino è contrario. Lunedì, quindi, se ne parlerà in consiglio, dove tra gli altri siedono proprio Percassi, Guaraldi, Pozzo, Ghirardi e Cairo.

Piano Nessuno, però, vuole aprire una battaglia su questo fronte. Si cercherà di trovare una sintesi, in modo da evitare fratture all’interno della Lega. Di sicuro sono molte le società che spingono per un cambiamento. Nei piani l’abolizione della comproprietà si materializzerebbe così: stop sin da dall’estate alle nuove compartecipazioni, moratoria di un paio d’anni per quelle in corso in modo da dare alle società tutto il tempo necessario per estinguerle. Tutto questo, comunque, sarebbe condizionato all’approvazione in sede di consiglio federale di una novità contrattuale ritenuta ineludibile dalla Lega: il prestito con riscatto automatico se maturano determinati presupposti pattuiti dai due club.

Divergenze Chi vuole abolire le comproprietà mette in evidenza il fatto che in Europa nessun altro Paese le ha e che creano parecchi problemi nella stesura dei bilanci (esempio: le plusvalenze vengono riportate sull’intero valore del calciatore e non sulla metà, eccetto per i club quotati). Il gruppetto di chi vuole mantenerle ne rivendica l’utilità, soprattutto in tempi di crisi come questo.

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