(A. Pugliese e M. Cecchini) Finisce proprio come nelle favole nere del calcio, quando perdi largo, perdi la testa e il pubblico ti schernisce con gli «olè» ad ogni tocco di palla degli avversari. Chissà come l’avrebbero raccontata questa storia Fedro, Esopo o i fratelli Grimm. «C’era una volta un ciuccio un po’ pigro, che stufo di ricevere morsi da una lupa cattiva, decise di prenderla a calci e di rimandarla lontano ». E’ successo proprio così. La Roma sentiva di avere in mano il proprio destino, di potersi giocare all’Olimpico il sogno di conquistare la stella d’argento della decima Coppa Italia, e invece la notte di Napoli finisce con lo speaker che urla: «Tutti a Roma», e quello è proprio il momento in cui capisci che fa male, perché casa tua ospiterà la festa di altri.
Garcia amaro Il bello, o il brutto, è che la squadra ha giocato in modo non disprezzabile finché – con straordinaria regia emozionale – Diego Maradona non è entrato nello stadio. In quel momento Higuain ha virtualmente chiuso la partita e la squadra di Garcia ha perso anche il controllo dei nervi, visto che l’espulsione di Strootman per uno sciocco applauso a Rocchi è apparso il vero segnale della resa. «Complimenti al Napoli e in bocca al lupo per la finale – dice con amaro fair play Garcia – Benitez mi pagherà una cena. Hanno un attacco fortissimo. Noi però abbiamo perso la qualificazione all’andata, quando vincevamo 2-0 e ci siamo fatti rimontare. E poi anche stavolta, quando abbiamo avuto tre occasioni da gol nel primo tempo e non abbiamo segnato. Dobbiamo essere più cinici in attacco e in difesa ». Regole per tutti Come contro la Juve e nell’andata, a inizio ripresa la Roma mostra di soffrire. «Non abbiamo difficoltà quando siamo in svantaggio – spiega – però è vero che dopo l’intervallo occorre rimanere nella partita. Se c’era una squadra che doveva essere avanti alla fine del primo tempo, doveva essere la Roma. La sostituzione di Pjanic? Occorrevano più attaccanti, e poi con Totti non siamo certo difensivi.Non è un problema fisico, anche in dieci abbiamo fatto sforzi importanti».
E a questo proposito Garcia, pur non avendo un tono da polemica all’italiana, ci tiene a puntualizzare. «Peccato essere rimasti in inferiorità numerica, ma secondo me c’è meno pericolo nel comunicare con l’arbitro che nel fare un fallo brutto. Ho visto un gesto di nervosismo di un giocatore del Napoli e non è successo niente: il regolamento deve valere per tutte e due le squadre». Inutile dire che c’è anche la difesa d’ufficio di Bastos: «Ha giocato bene, ma difficile dire così quando si è perso 3-0. Bisogna essere più attenti tutti. Bisogna fare meglio. Però le occasioni le abbiamo e quindi occorre pensare positivo. Anche se il Napoli è forte, sul secondo posto sono ottimista, per ora siamo davanti. E adesso chiudiamo il libro della Coppa e riapriamo quello del campionato», conclude con spirito da romanziere ispirato. Giusto così, visto che ci sono da scrivere i capitoli conclusivi della stagione. Un consiglio: meglio curare maniacalmente forma e contenuti, perché a Roma potrebbero non perdonare una favola che non regali almeno un lieto fine.