(L.Pasquaretta) – Offendere la memoria dei morti in uno stadio? Per il giudice sportivo «vale» 25 mila euro. Tanto dovrà pagare la Juve, non più padrona a casa sua, vittima ed ostaggio dei propri ultras (la curva Sud, per tutti la Scirea), divisi e alle prese con un braccio di ferro senza precedenti con la Digos. I tifosi del Toro sono indignati, un po’ come tutti, perché certa gente, già protagonista di episodi di violenza fisica e verbale nel recente passato, in uno stadio non dovrebbe più entrarci. Piaccia o non piaccia, il giudice sportivo Tosel ha semplicemente applicato la legge, motivando la decisione così: «Per avere suoi sostenitori, al 10° del primo tempo ed al 12° del secondo tempo, esposto due striscioni insultanti la memoria della tragedia di Superga. L’entità della sanzione è stata attenuata ex art. 13 lett. a) e b) CGS, in relazione all’art. 12 n. 3 e 6 CGS, per avere la società concretamente operato con le forze dell’ordine a fini preventivi e di vigilanza».
I MOTIVI DELLA GUERRA
La domanda è un’altra: perché questi «sostenitori» della Curva Sud, per giunta già diffidati e squalificati, consapevoli delle sanzioni a cui va incontro la Juve, sanno che potrebbe danneggiare squadra e società, invece continuano imperterriti a fare quello che vogliono? E in futuro non si fermeranno. Ai piani alti di corso Galileo Ferraris sono preoccupati. La situazione è diventata ingestibile. Andrea Agnelli, subito dopo il derby, su twitter aveva preso le distanze, condannando quei due «lenzuoli» imbrattati all’interno dello stadio, offensivi verso i morti. Tutti, anche quelli dell’Heysel, spesso presi di mira. In città l’aria è pesante. Da quando un anno fa circa Antonino Cufalo (arrivava da Catania e aveva vissuto in prima persona il caso Raciti) è diventato il nuovo Questore di Torino, la politica è cambiata: tolleranza zero verso i gruppi organizzati. Dopo Atalanta-Juve del 22 dicembre scorso, il banco è saltato, perché sono stati comminati una cinquantina di Daspo (3/4 anni cadauno) pesanti, rivolti ai capi ultras, «decapitando» di fatto i gruppi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la diffida dello striscione dei «Drughi», il nucleo più numeroso: lo sciopero durante il primo tempo del derby è stato emblematico. Solo «Tradizione» non ha partecipato alla protesta. All’intervallo c’è stato un duro confronto fra loro e i «Viking», un altro gruppo vicino «politicamente» ai «Drughi». La Digos a fatica è riuscita a gestire la situazione. La Juve in tutto questo si trova in mezzo e nonostante condanni razzismo e violenza, paga multe e in futuro rischia di trovarsi di nuovo una o entrambe le curve chiuse. I due striscioni contro i morti di Superga sono solo la punta di un iceberg, gli ultras della curva Sud non hanno intenzione di smettere. Anzi. La società si è tirata fuori. Quindi il pensiero dei gruppi organizzati è un po’ questo: muoia Sansone con tutti i filistei. La palla passa allo Stato, perché il giudice sportivo applica solo la legge e le società la subiscono come vittime. La misura è colma.