(U.Trani) – Niente da fare, sabato sera curve e Distinti sud resteranno chiusi e Roma-Inter, anticipo del 26° turno di campionato, dovrà rinunciare forzatamente a gran parte della cornice di pubblico, almeno la metà degli spettatori. L’Alta Corte di giustizia sportiva presso il Coni ha detto due volte no al club giallorosso che aveva presentato due ricorsi separati per riabilitare i tre settori per i cori di discriminazione territoriale durante le gare casalinghe contro il Napoli (Coppa Italia) e la Sampdoria (campionato). La società di Pallotta, però, ottiene comunque un riconoscimento al lavoro dei suoi dirigenti, perché il presidente Frattini ha chiesto alla Giunta del Coni di valutare subito se la norma sia appropriata e applicabile. In pratica, pur negando l’annullamento della sentenza, l’Alta Corte ha smontato di fatto la norma sulla discriminazione territoriale, già due volte modificata in questa stagione, ad agosto e a ottobre.
DECISIONE SOFFERTA
Non è stato facile per l’ex ministro degli Esteri trovare una via d’uscita. Frattini, dopo quasi due ore di discussione, ha rigettato i ricorsi della Roma, inviando però il messaggio più importante per il futuro del nostro calcio: la norma non convince. Ovviamente è stato costretto a bocciare le richieste della Roma perché la squalifica diventa scontata fino a quando la Federcalcio non cambierà ancora questa regola che proprio non piace ai club italiani. L’Alta Corte ha dunque respinto il ricorso della società giallorossa che insisteva per «la sospensione dell’esecuzione, l’annullamento e comunque la riforma/revisione della decisione con cui il Giudice Sportivo aveva comminato alla società l’ammenda di euro 50.000, con l’obbligo di disputare una gara con i settori Curva Sud e Curva Nord privi di spettatori» e ha detto no anche all’istanza cautelare urgente proposta dalla Roma per «la sospensione dell’esecuzione, l’annullamento e comunque la riforma/revisione della decisione con cui il Giudice Sportivo ha comminato alla società l’ammenda di euro 80.000 e con l’obbligo di disputare una gara con il settore Distinti Sud» privo di spettatori», addirittura rimandando al 24 marzo, a squalifica ormai scontata (un’autentica beffa), la discussione sul merito del dispositivo sulla chiusura dei Distinti. E pensare che i dirigenti giallorossi, parlando dopo Roma-Sampdoria, con i tre ispettori della Procura Federale (tra loro anche uno dei vice di Palazzi) avevano avuto rassicurazioni su quanto sarebbe stato scritto sul referto da inviare al giudice sportivo Tosel: i cori erano chiaramente di protesta anche per i tre. Invece, poi, sono stati catalogati solo come discriminazione territoriale. Ma, nel comunicato dell’Alta Corte, è il passaggio conclusivo a far rumore: Frattini dispone «la trasmissione della presente decisione alla Giunta Nazionale del Coni e, tramite la stessa, alla Figc, per le valutazioni e determinazioni di competenza in ordine alla congruità e applicabilità della normativa sanzionatoria». Ecco che la Roma può essere almeno soddisfatta di aver dato la spallata definitiva.
PROSSIMO APPUNTAMENTO
La Giunta del Coni, in programma il 4 marzo, dovrà prendere atto di quanto suggerito dall’Alta Corte: rivedere la norma nel più breve tempo possibile. La strada più semplice, se l’intervento ci sarà prima della conclusione della stagione (non è affatto scontato, anzi la Federcalcio è contraria ai cambiamenti in corsa: al massimo può inserire la doppia sospensiva e alzare a oltre il 10 per cento la percentuale dei tifosi responsabili dei cori), è il ritorno alle attenuanti per i club, come accadeva fino all’anno scorso (multe e non squalifiche). In più il Coni insisterà per le segmentazioni dei settori, a cominciare dalle curve (da suddividere in quattro zone, per rendere più facilmente individuabili i tifosi e non penalizzare tutti).
PALLOTTA PREOCCUPATO
L’Olimpico si prepara a vivere una serata particolare, non potendo in partenza contare su 29 mila spettatori (14.000 la Sud, 9000 la Nord e 6000 i Distinti Sud). Sicuri per ora circa 6000 abbonati con la speranza, puntando sul settore Famiglie e le due tribune, di arrivare a 20.000, occupando meno di un terzo della capienza. Chi ha già acquistato i biglietti della Curva Nord e dei Distinti Sud (circa 2000) può chiedere di cambiare settore, annullando il tagliando. Il presidente Pallotta, incontrando il ceo Zanzi e il dg Baldissoni a New York, ha esternato la sua inquietudine: l’immagine del club, a livello internazionale, risente di quanto accade sugli spalti. La proprietà Usa è contraria al braccio di ferro con la Figc (ieri altri 50 mila euro di multa dal giudice sportivo Tosel per Bologna-Roma) e non vuole ricorrere assolutamente alla giustizia ordinaria.